Mi si nota di più se c'è lo streaming e parlo o se non c'è lo streaming e mando due whatsapp ai giornalisti? La decisione del Pd di non trasmettere più in diretta la riunione della direzione, dopo la fine dello streaming delle riunioni del M5S che contano, chiude un capitolo della comunicazione politica, quella della disintermediazione ad oltranza, e apre una nuova riflessione per gli addetti ai lavori ma anche per i cittadini. è stata vera trasparenza e la fine delle dirette limita la democrazia o non è vero il contrario? Il dubbio è sorto quando ieri, come già successo al M5s, spente le telecamere è cominciato il confronto vero, aspro, senza ipocrisie.
Anzaldi (Pd): "Sarebbe auspicabile una via di mezzo"
Michele Anzaldi, deputato Pd, portavoce di Renzi durante le primarie ed esperto di comunicazione politica cerca di fare ordine: "Bisogna sempre usare il cervello, lo streaming ha aspetti positivi ed altri, tanti, negativi. Sapendo che c'è lo streaming a una riunione di partito anche chi non ha nulla da dire prende il microfono mentre senza la diretta magari tace temendo il giudizio di compagni molto più preparati. è come quando si fa una discussione in famiglia: in pubblico si rispetta il galateo, in privato ci si dice tutto più direttamente e si è più veritieri e spicci". Per Anzaldi sarebbe auspicabile "una via di mezzo, usando lo streaming per alcuni eventi e non per altri. In linea generale credo che per la vita di un partito si debbano utilizzare di più le riunioni e di meno le trasmissioni tv o lo streaming. Lo streaming andrebbe usato per dare pubblicità alle cose che hanno un risvolto di interesse per tutti i cittadini".
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E questo porta a una riflessione più ampia. "Dopo 70 anni di democrazia c'è poco da inventare e molto da rivalutare - ragiona il deputato Pd - Nell'epoca della disintermediazione, ad esempio, ritengo che il filtro dei giornalisti sia utile: oltre alle frasi dei politici serve una spiegazione. La mediazione giornalistica fa sì che in tre righe si esprima il pensiero del politico in modo chiaro mentre a volte i politici scrivono tre pagine e i lettori non capiscono".
Per il Movimento streaming sempre utile quando si discutono le scelte politiche
Lo streaming? Utilissimo sempre, quando si parla dei problemi che riguardano la vita dei cittadini. Lo sostiene, a più voci, il Movimento 5 Stelle, interpellato da Agi sull'argomento. Temi e contenuti che riguardano il programma devono esser dibattuti in diretta oltre che in rete. Lo dimostrano i numerosi convegni sempre trasmessi in diretta, ad alcuni dei quali hanno partecipato lo stesso Beppe Grillo e Davide Casaleggio, ma soprattutto lo 'streaming' online, in onda da otto mesi a questa parte, con il quale il Movimento condivide il programma attraverso il blog di Beppe Grillo. Streaming costante, dunque per il M5S, senza più neanche il bisogno di inizio legislatura di confrontarsi in assemblea su dinamiche interne. Il Movimento, viene spiegato, non ha bisogno di fare parlare si se stesso in quanto tale, visto che lo statuto detta regole chiare, ma parlare di quello che fa e vuole fare per il Paese.
"Se lo si usa, poi tornare indietro è un errore"
Lo streaming? "Nel momento in cui si comincia ad usarlo, tornare indietro è un errore". All'indomani della direzione Pd, la prima dell'era Renzi a potre chiuse, lo sottolinea Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia, responsabile nazionale della comunicazione elettorale e Internet all'interno del partito. "Si ammette di averlo utilizzato in modo propagandistico e strumentale - spiega - e non come occasione di trasparenza rispetto ai cittadini ed ai propri elettori".
"Pensavo - aggiunge - che Matteo Renzi lo usasse, da un lato, per inchiodare i suoi in modo che nessuno potesse fornire una ricostruzione non veritiera della direzione nazionale del partito, e, dall'altro, per fornire ai giornalisti un prodotto confezionato e duqnue, adeguatamente guidato", osserva ricordado quanto si legge nel suo ultimo libro 'Internet e comunicazione politica'.
Sullo strumento in sè, infine, sottolinea, lo streaming "è semplicemente inutile perchè è una messa in scena. Qualsiasi evento mandato on line è una messa in scena in senso tecnico, per il pubblico che si trova dentro e fuori la sala", in cui si svolge.
Morcellini: "Una lode a Matteo Renzi"
"Se lo streaming riduce la quota di verità tra soggetti che devono assumere decisioni politiche, in cui anche sfumature sono importanti, significa che è un danno. Una volta tanto una lode a Renzi". Lo afferma all'Agi il professor Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della comunicazione alla Sapienza. "La prova di attendibilità e razionalità di Renzi di esonerare la riunione dallo streaming" ha regalato per la "prima volta una direzione meno diplomatizzata, con un confronto più realistico e non disturbato dalla possibilità di parlare sia a presenti che agli assenti. Difficile negare che, ad esempio, l'intervento di Franceschini senza streaming possa esser stato più vero e meno diplomatico. Lo streaming va utilizzato se aumenta la trasparenza. I profeti dello streaming come il M5s - concluede - lo usano a corrente alternata, anzi dicono di usarlo più che usarlo realmente".