Sì, no e nì. Chi sta dove nei tre fronti del voto anticipato
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Sì, no e nì. Chi sta dove nei tre fronti del voto anticipato
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Il fronte del Sì

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  • Il M5s chiede da tempo che la legislatura finisca il prima possibile e per questo si è unito all'accordo tra Pd e Fi sulla legge elettorale tedesca.
  • Forza Italia. Silvio Berlusconi, dopo aver nicchiato a lungo, ha sciolto la riserva e accetta di votare in autunno.
  • La Lega, pronta a superare le critiche alla riforma elettorale pur di andare alle urne presto.
  • Il Pd ufficialmente non accelera, anche se i retroscena parlano di una certa fretta di Matteo Renzi, e comunque la maggioranza del partito dà per scontato che si voti tra settembre e ottobre.

Il fronte del No

  • Tra i partiti il più agguerrito è Ap di Angelino Alfano, che teme anche la nuova legge elettorale. Ma anche il Partito radicale.
  • Ma sono soprattutto singoli politici o forze economiche e sociali a frenare, soprattutto dopo il calo di borsa seguito all'accordo sulla legge elettorale. Tra i primi il ministro Carlo Calenda, Mario Monti, Romano Prodi, ed Enrico Letta. Il loro timore è che i conti pubblici vengano strapazzati, la credibilità del Paese vacilli e l'esito delle urne non dia un governo stabile.
  • Più che il voto anticipato è il sistema elettorale che preoccupa Confindustria, che per voce del suo presidente Vincenzo Boccia ha tuonato contro il ritorno al proporzionale.
  • Fredda sul voto anticipato anche la Cgil.
  • Tra i giornali molti i dubbi sul voto in autunno espressi da Repubblica e Corriere della Sera negli editoriali di ieri e oggi in cui si ricordano anche tutte le riforme che verrebbero bloccate se si votasse presto.

Il fronte del 'Nì'

  • La minoranza Pd di Andrea Orlando
  • Campo Progressista di Giuliano Pisapia
  • Mdp
  • Sinistra italiana.

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Tempi record per l'approvazione del 'tedescum'

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