Ecco perché il Governo chiede indietro i soldi ai terremotati dell'Aquila
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Ecco perché il Governo chiede indietro i soldi ai terremotati dell'Aquila

Ecco perché il Governo chiede indietro i soldi ai terremotati dell'Aquila

  Terremoto sisma Abruzzo L'Aquila 6 aprile 2009 - foto mediamanager
  Terremoto sisma Abruzzo L'Aquila 6 aprile 2009 - foto mediamanager
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L'Avvocatura dello Stato: "Richiesta atto dovuto"

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Finocchiaro: "Studiamo le possibili forme di rinuncia"

Richiesta restituzione a 19 familiari delle vittime su 55

Come si era arrivati ai risarcimenti

  • Il 22 ottobre 2012 il giudice monocratico del Tribunale, Marco Billi, condannò a sei anni di reclusione gli esperti della Commissione grandi rischi per omicidio colposo di 29 persone e lesioni di 4 e per aver dato false rassicurazioni alla popolazione il giorno prima del terremoto del 6 aprile 2009 che in totale causò la morte di 309 persone. Il tribunale dispose anche le pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell'interdizione legale durante l'esecuzione della pena e decise una provvisionale, l'anticipo del risarcimento per i danni subiti, di 7,8 milioni di euro in favore delle parti civili, i 55 parenti di 29 vittime del terremoto. (La lettera del governo richiede proprio la restituzione di questa provvisionale che ammonta, in media a circa 140mila euro. Ndr)

I sette componenti della Commissione grandi rischi condannati in primo grado:

  1. Franco Barberi, allora presidente vicario della commissione;
  2. Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile;
  3. Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia;
  4. Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti;
  5. Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case;
  6. Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova
  7. Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile.

Cosa è stato stabilito in Appello e in Cassazione

  • Il 10 novembre 2014 la Corte d'Appello assolve sei dei sette esperti dell'organo scientifico (Commissione Grandi Rischi). Resta la condanna a due anni di reclusione per Bernardo De Bernardinis, in qualità di vice capo settore tecnico operativo del Dipartimento nazionale della Protezione civile. L'ex vice di Guido Bertolaso è stato riconosciuto colpevole solo delle morti di alcune persone. E annulla anche tutte le pene accessorie.
  • Il 24 marzo 2016 la Cassazione ha confermato la sentenza e il 30 giugno la Presidenza del Consiglio ha messo in mora i parenti delle vittime, diffidandoli a restituire quanto incassato a titolo risarcitorio a seguito della condanna di primo grado.

L'appello del sindaco Cialente a Paolo Gentiloni

"Cinquantacinque persone, madri, padri, fratelli, figli delle vittime del sisma che, la notte del 6 aprile 2009, ha distrutto L'Aquila, sono stati citati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri"."A seguito del processo alla Commissione Grandi Rischi - spiega ancora il primo cittadino -, accusata di aver rassicurato molti aquilani, che quella notte, nonostante le scosse, decisero di restare nelle proprie case, trovandovi la morte, i tecnici e lo Stato erano stati condannati, in primo grado, a risarcire le vittime. Si trattava di somme che andavano dai duecentomila ai quattrocentomila euro a testa, in base ad un calcolo effettuato in considerazione di fattori quali l'età della vittima o la professione e il grado di parentela con la parte civile".

Ultimo aggiornamento mercoledì 10, ore 15.55

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