Non è solo lo slogan 'In cammino' ad accomunarli. Renzi punta ad una vittoria di Macron in Francia per stringere un asse e "cambiare l'Europa". Lo ha detto anche domenica dopo la vittoria alle primarie dem: "Così non va, porteremo avanti una battaglia" per modificare le politiche delle istituzioni europee. L'ex premier ha trascorso il 1.mo maggio in famiglia e oggi torna a Roma per cominciare a scrivere "un nuovo capitolo" del Pd, "questo - ha sottolineato è un nuovo inizio, la pagina è bianca".
I temi nell'agenda di Renzi
Dovrà riempirla con nuovi contenuti, a partire dai temi in agenda: legge elettorale, Alitalia e nodo manovra in primis. Ma il 7 maggio quando verrà formalmente proclamato segretario Renzi si augura innanzitutto di avere come alleato il candidato centrista. E lo scambio avvenuto via social è un segnale di queste aspettative: "Felicitazioni per la tua elezione alla guida del partito - ha scritto il possibile successore di Hollande all'Eliseo -. Adesso io farò il massimo per la vittoria tra 8 giorni e tu fai il massimo per vincere le prossime elezioni generali! Con amicizia". Ed ancora: "Insieme, cambiamo l'Europa con tutti i progressisti".
@EmmanuelMacron Merci à toi cher Emmanuel! Nous sommes avec toi. Vive la France, vive l'Europe (que nous allons changer ensemble) #enmarche #incammino
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 1 maggio 2017
"Grazie a te caro Emmanuel! Siamo con te. Via la Francia, viva l'Europa (che andiamo a cambiare insieme) #enmarche #incammino", la risposta su twitter del vincitore delle primarie dem.
L'incognita del voto anticipato
C'è chi tra i renziani non esclude che con una vittoria di Macron la data del voto possa essere più vicina, ma è stato lo stesso ex presidente del Consiglio a frenare per ora sulle elezioni anticipate. Fermo restando che l'intenzione è quella di 'marcare' l'esecutivo sulle riforme da portare avanti. Rispetto al risultato di ieri affiora qualche polemica sui dati finali ("Renzi al 68%, Andrea Orlando al 22,2% e Michele Emiliano al 9,8%", dicono dal Comitato del Guardasigilli mentre dai riscontri diffusi dal partito il nuovo segretario è al 70% e i votanti son stati 1 mln 848mila) ma i tre che si sono affrontati per la guida del Nazareno già pensano al dopo. E il dopo è innanzitutto la battaglia sulla legge elettorale.
La battaglia per la legge elettorale
"Non smobilitiamo", è stata la premessa di Orlando che punta alla costruzione di un campo di centrosinistra, "sarà la posizione dell'intero partito". "Dobbiamo uscire - rilancia Michele Emiliano - dalla logica del Pd maggioritario". "Capisco il punto di vista del segretario, ma se il programma è chiaro, dettagliato e condiviso si può vincere più facilmente se costruiamo una coalizione", osserva il governatore della Regione Puglia che non condivide "la 'fatwa' contro Mdp". "Noi faremo una coalizione ma con i cittadini non con i partiti", la posizione espressa da Renzi. L'ex presidente del Consiglio non apre ad un premio alla coalizione (oggi Giuliano Pisapia tornerà a chiederglielo) ma è orientato a puntare su un listone ampio che possa magari tenere dentro anche i pezzi della maggioranza attuale ma non i fuoriusciti dem.
La 'proposta' Renzi e l'apertura di M5s
Lo scontro sulla legge elettorale riparte in Commissione Affari Costituzionali ma il neosegretario metterà sul tavolo la sua proposta soltanto la settimana prossima. Nel frattempo Di Maio ha ribadito la disponibilità al dialogo ("Il Legalicum non è inscalfibile") prima di attaccare il Pd: "Il Pd ha perso un milione di votanti alle primarie, noi siamo sempre in crescita, abbiamo un trend in crescita, loro no. L'unico trionfo della democrazia sono le elezioni". "Che tenerezza, è costretto a commentare le nostre primarie con il fastidio di chi sa che un tale bagno di democrazia non lo farà mai", la risposta di Matteo Orfini.
Gli avversari di Renzi: un trionfo? Ma se perde 600mila voti...
Gli avversari di Renzi mirano alle amministrative per 'depotenziarlo', visto che forte di un consenso così largo il nuovo segretario avrà ancor di più la 'golden share' del governo. "Le primarie un trionfo per Renzi? Ma se perde 600mila voti...", il commento sarcastico del bersaniano Miguel Gotor. E Matteo Salvini è ancora più duro: "Non mi spiego come ci siano stati 1 milione 800 mila italiani che hanno pagato due euro per farsi fottere".