Dopo oltre due mesi di campagna congressuale, scanditi da sospetti e accuse reciproche, i candidati alla segreteria del Pd si preparano a raccogliere i frutti del loro lavoro. Domenica 30 il 'popolo del Partito democratico' si reca ai gazebo per scegliere il suo segretario tra Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano. Sarà possibile scegliere il prossimo leader del Pd dalle 08:00 alle 20:00. "Grazie ai volontari che aprono i seggi delle Primarie PD", è il messaggio dell'ex premier su Twitter, "comunità generosa e appassionata. Viva la democrazia". "Anche a Roma l'affluenza, per quello che mi dicono, è alta, ma li' c'è anche il derby", ha dichiarato Renzi dopo aver votato a Pontassieve, "è un segnale molto bello, speriamo le facciano anche gli altri partiti".
Emiliano e Orlando denunciano irregolarità
Gli sfidanti di Renzi, come era già accaduto per il voto ristretto ai circoli del partito, hanno già parlato di irregolarità. "Alcuni militanti mi hanno segnalato stamattina alcune irregolarità ai seggi e ho voluto a mia volta segnalarle, bisogna stare sempre attenti, guardare, filmare, riferire e pubblicare, è questa l'unica strada per evitare mercimoni", ha dichiarato Emiliano dopo aver votato a Bari, "chiedo ai nostri in tutta Italia di dare un occhiata perché questo rischio c'è sempre". In Calabria la giornata si è aperta invece con una serie di proteste della mozione Orlando, che ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine in alcuni seggi ed ha denunciato anomalie in diversi centri. Il maggior numero di segnalazioni riguarda la provincia di Cosenza dove, secondo la mozione Orlando, "l'apertura si è contraddistinta per una serie di irregolarità e illegittimità. A molti scrutatori della mozione Orlando è stato impedito di insediarsi al momento della costituzione del seggio". "Spero in un'alta affluenza, voglio vincere", ha intanto dichiarato il Guardasigilli al momento del voto.
I big ai gazebo
Nella mattinata si sono già recati a votare alcuni dei principali esponenti del Partito Democratico. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha votato per le primarie al circolo Anci di via Goito a Roma. Assieme al premier, sua moglie Emanuela. Alla domanda per chi avesse votato, Gentiloni ha sorriso. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha votato per nel seggio numero di Milano, in corso Garibaldi. Sala non ha la tessera del partito, ma ha lasciato una donazione di 10 euro: "E' vero che gli altri non le fanno e calano le scelte dall'altro. Ma credo che dopo le primarie vada fatta una bella riflessione perché anche questi sono strumenti da ripensare. Le situazioni e gli umori dei votanti cambiano". "La democrazia è qui, altro che click e segrete stanze", twitta Roberto Giachetti, lanciando l'hashtag #incoda.
Sondaggi su primarie Pd: Renzi senza rivali
Per i sondaggisti, come si legge sul blog di Youtrend su Agi.it, c’è molta poca incertezza. L’ultimo dato, mostrato martedì 25 aprile dal tg di Enrico Mentana, è in linea con tutte le rilevazioni svolte finora, e parla di un Matteo Renzi ampiamente in testa con il 65% dei consensi di coloro che si recheranno ai gazebo. Il confronto televisivo tra i tre candidati, trasmesso su Sky mercoledì sera potrebbe aver smosso qualcosa, ma solo in chiave secondo posto. Come emerso anche dal sondaggio di Agi, in quell’occasione è stato probabilmente Michele Emiliano il più convincente dei tre.
La vera incognita è l'affluenza
Se l'unica incertezza delle primarie Pd sembra essere chi arriverà secondo - e sapere se il primo esponente della minoranza dem si chiamerà Michele Emiliano o Andrea Orlando - la vera incognita che spaventa tutti i concorrenti alla segreteria del Pd è il numero di votanti. Un'affluenza inferiore al milione e mezzo - considerato il numero minimo per dare un vero sigillo di legittimità alle primarie - sarebbe un segnale molto forte di disaffezione e di allontanamento degli elettori dal partito. E darebbe forza agli illustri artefici della scissione Bersani, Speranza e D'Alema.
Le primarie in Italia, i precedenti
- 2004 - Le prime primarie si sono svolte per la scelta del candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del 2004 in Calabria e del 2005 in Puglia (tra Francesco Boccia e Nichi Vendola). In seguito le primarie furono spesso utilizzare dal centrosinistra per individuare il candidato alla Presidenza delle Regioni, delle province e per i sindaci.
- 2005 - Le prime primarie nazionali in Italia si sono svolte nel 2005, il 16 ottobre, per l'individuazione del candidato premier del centrosinistra (l'Unione) alle elezioni dell'aprile 2006. Hanno votato circa 4 milioni e 300 mila persone, avevano diritto al voto i maggiorenni e gli stranieri residenti in Italia, per votare si doveva versare un euro. I candidati erano sette. Ha vinto Romano Prodi (Ulivo), con il 74% dei voti (3.180.000), secondo arrivò Fausto Bertinotti (14,7%), terzo Clemente Mastella (4,6%), poi Antonio Di Pietro (3,3%) e Alfonso Pecoraro Scanio (2,2%). Infine Ivan Scalfarotto e Simona Panzino.
- 2012 - Le seconde primarie di coalizione per l'individuazione del candidato presidente del Consiglio del centrosinistra alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 si sono svolte in due turni il 25 novembre e il 2 dicembre 2012, poiché al primo turno nessuno dei candidati aveva raggiunto il 50% più uno dei voti. L'affluenza al primo turno è stata di 3.100.000 elettori divisi tra i cinque candidati (Pierluigi Bersani, Matteo Renzi, Laura Puppato, Nichi Vendola, Bruno Tabacci), al secondo turno di 2.800.000. Ha vinto Pierluigi Bersani con il 60,9% (1.700.000 voti), secondo Matteo Renzi con il 39,1%.
Le primarie del Pd per la scelta del segretario
Per statuto il segretario del partito è anche il candidato alla presidenza del Consiglio e quindi le elezioni primarie hanno una valenza politica doppia. Domenica 30 aprile si svolgono per la quarta volta le primarie nazionali del Pd.