"C'é un percorso che può scongiurare" la scissione nel Pd. "Dopo la vittoria del No al referendum costituzionale, il sistema politico è entrato in una fase nuova: rispetto agli anni in cui il bipolarismo tendeva al bipartitismo, ora - con un sistema proporzionale - bisogna perimetrare il campo riformista per non disperderlo. Lo si può fare con l'azione politica e anche modificando in pochi punti la legge elettorale emersa dalla sentenza della Consulta. A mio avviso il premio di maggioranza andrebbe assegnato alla coalizione, alla Camera e al Senato, rispettando i dettami costituzionali: così si avrebbe negli schieramenti una corretta articolazione delle posizioni".
Dai centristi ai riformisti, la geografia complessa del Pd
In una intervista a 'Il Corriere della Sera', il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini dà la sua ricetta pe evitare la scissione nel Pd. "L'accordo in Parlamento - aggiunge - deve essere il più largo possibile e deve contemplare ovviamente la collaborazione delle forze di opposizione. Nel centrodestra è interesse di tutto il Paese che ci sia un'area moderata non vincolata alle posizioni estreme di Salvini. Nel campo riformista c'è un'area di centro che ha collaborato con i governi di Letta e Renzi, e ora collabora con quello di Gentiloni: sarebbe strano se dopo cinque anni ci candidassimo su fronti contrapposti. C'è infine uno spazio a sinistra del Pd che puo' essere parte del processo: penso all'operazione di Pisapia. Per tenere insieme questa aggregazione, servirebbero le primarie di coalizione.
Una coalizione per puntare al 40%
Peraltro non bisognerebbe inventarsi nulla: è lo stesso percorso che portò alla sfida per la premiership tra Bersani e Renzi. Il 13 febbraio la direzione del Pd non avrebbe che da applicare quelle regole". Circa l'utilità delle primarie per il candidato premier "Intanto coalizioni di questo tipo possono puntare al 40%. Altrimenti, come accade in altri Paesi, è il partito arrivato primo a esprimere il nome del premier". Quanto a Renzi "registro l'apertura alle primarie, che sono logicamente collegate al premio di coalizione. La competizione diverrebbe uno strumento unificante, con candidati del centro, del Pd e della sinistra. E siccome sappiamo gia' che il prossimo sara' un governo di coalizione, le modifiche al sistema di voto assegnerebbero la scelta dei parlamentari agli elettori".