Le 10 migliori panzane della politica nel 2016
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Le 10 migliori panzane della politica nel 2016

Le 10 migliori panzane della politica nel 2016

Grillo, Di Maio, Renzi, Salvini, Brunetta composit
Grillo, Di Maio, Renzi, Salvini, Brunetta composit
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  • Primo posto
    L’11 novembre scorso, durante un’intervista con Euronews, Beppe Grillo dichiarò che i Musei Vaticani sono del Comune di Roma, anche se il Campidoglio non percepiva alcuna somma. Aggiunse che ne avrebbe parlato presto con il pontefice. In realtà, i Musei Vaticani sono entro le mura della Città del Vaticano e, da quando questa esiste, ne hanno sempre fatto parte. Qualche giorno dopo, invece di un colloquio con papa Francesco, l’ex comico ha annunciato una correzione sul suo profilo Facebook: “I musei vaticani sono del Vaticano e nessuno mette in dubbio questo”. Ma ormai la dichiarazione era fatta - e i nostri lettori l’hanno premiata. L’analisi completa è qui.
  • Secondo posto
    Ai primi di febbraio, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio disse che, per non aver accettato i rimborsi elettorali, il Movimento Cinque Stelle avrebbe dovuto pagare una multa di 200mila euro. In realtà, la questione riguardava la mancata presentazione di documentazione economica: più precisamente i rendiconti di esercizio e la relazione di controllo dei rendiconti da parte di una delle società di revisione accreditate. Un emendamento presentato alla Camera prevedeva una multa di 200 mila euro a chi non avesse rispettato le scadenze. Insomma, i rimborsi elettorali non c’entravano nulla e la multa non era stata comminata. L’analisi completa è qui.
  • Terzo posto
    Al terzo posto, un cavallo di battaglia dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi: “La disoccupazione che continua a scendere [...] è dimostrazione che ‪#‎jobsact‬ funziona”. Ma le modifiche alla legislazione sul lavoro non erano state l’unica modifica fatta dal governo Renzi: c’erano state anche le decontribuzioni, e bisogna tener conto anche della congiuntura economica. Quanto pesi ciascun elemento non è facile da dire e non ci sono ancora studi autorevoli che colleghino aumento degli occupati con le misure del Jobs Act. Insomma, Renzi citava un dato che in realtà non “dimostrava” quello che diceva dimostrasse. L’analisi completa è qui.
  • Quarto posto
    Al quarto posto c'è Matteo Salvini sul tempo di approvazione delle leggi economiche, un po’ troppo ottimista. Ospite di Porta a Porta, il leader della Lega Nord ha argomentato la sua contrarietà alla riforma costituzionale. Tra i motivi del suo “No” c’è il fatto che, a suo dire, la nuova Costituzione non porterebbe alcun risparmio di tempo nell’approvazione delle leggi. L'analisi completa è qui.
  • Quinto posto
    Al quinto posto torna Luigi Di Maio che accusa Renzi di inaugurare ponti vecchi di quarant’anni e già in funzione. In un post sulla sua pagina Facebook, il vicepresidente della Camera ha utilizzato l’ironia per criticare le uscite pubbliche del Presidente del Consiglio. Di Maio ha citato, come prima cosa, un ponte in Sicilia che sarebbe già stato aperto e funzionante da decenni. L'analisi completa è qui.
  • Sesto posto
    In sesta posizione si piazza Renato Brunetta che nega del tutto il fatto che ci siano stati nuovi posti di lavoro. Con un tweet piuttosto categorico Brunetta interviene nell'infinita diatriba sui dati del lavoro. L'analisi completa è qui.
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