Il Mattarellum divide i partiti. Ecco perché
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Il Mattarellum divide i partiti. Ecco perché
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  • Forza Italia: "Il Mattarellum non è un sistema elettorale riproponibile. Punto e basta", parola di Maurizio Gasparri. Possibilista, invece Giovanni Toti, ma a precise condizioni: "Il Mattarellum può essere una base di discussione. Resta da chiedersi, però, se possa considerarsi efficiente anche in un sistema tripolare. Il rischio è di non produrre un vincitore. Un Mattarellum corretto potrebbe essere una strada percorribile".
  • M5S: fortemente contrari al Mattarellum i pentastellati: "Siamo pronti al Vietnam parlamentare per contrastare la legge elettorale che il Pd vuole approvare contro il Movimento Cinque Stelle", mettono in chiaro i deputati M5S della commissione Affari costituzionali.
  • Pd: favorevoli i renziani e l'area che fa riferimento al ministro Martina (Sinistra è cambiamento); via libera anche dai bersaniani e dalla minoranza dem che si riconosce in Roberto Speranza; d'accordo, anche se con alcuni cambiamenti, i franceschiniani. Scettici, invece, i Giovani turchi vicini al Guardasigilli Orlando.
  • Lega: il segretario Matteo Salvini sin da subito si e' detto favorevole anche a un ritorno del Mattarelllum purché si vata a votare il più presto possibile. "Noi siamo per il Mattarellum, tutelerebbe sia la rappresentanza sia la governabilita' e soprattutto non ti devi inventare niente perche' e' gia' stata usata e quindi se vuoi in 15 giorni la riapprovi".
  • Ncd: il Mattarellum scontenta molto anche gli alfaniani: "Non perdiamo tempo", taglia corto Maurizio Lupi. "Il Mattarellum appartiene a un'altra epoca politica, quella del bipolarismo. In un sistema tripolare il Mattarellum e' una riffa. In ogni collegio puo' succedere di tutto", afferma Fabrizio Cicchitto.
  • Idea: favorevole al Mattarellum il movimento fondato da Gaetano Quagliariello, anche se il senatore avverte: "i vecchi collegi non possono essere riproposti e per ridisegnarli ci vogliono mesi", quindi al voto non si andrebbe "prima di ottobre".
  • Cor: Raffaele Fitto lascia aperto uno spiraglio: "Il Mattarellum puo' essere un punto di partenza della discussione, ma da Renzi vedo troppo tatticismo".
  • FdI: è della stessa idea di Salvini la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "ripartire dal Mattarellum è cosa seria. L'importante è votare presto".
  • Sinistra Italiana: chiude la porta al Mattarellum Nicola Fratoianni, secondo il quale "la discussione non puo' ripartire da un'idea maggioritaria, costruita su un sistema bipolare che oggi non esiste piu'. Serve una legge elettorale che rimetta al centro la rappresentanza dei cittadini".
  • Psi: favorevoli al Mattarelllum anche i socialisti di Riccardo Nencini: "Non c'è dubbio, è una buona base di partenza, va nella direzione della proposta presentata dai socialisti nel novembre scorso".

    Mattarellum, i numeri in Parlamento
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Che cos'è il Mattarellum
Il Mattarellum è un sistema misto, nato dopo il referendum abrogativo del 1993 con il quale gli italiani votarono a favore dell'abrogazione del proporzionale. Si passò dunque a un sistema elettorale misto a prevalenza maggioritario: 475 seggi per la Camera e 232 per il Senato vengono assegnati secondo un meccanismo maggioritario a turno unico: viene eletto parlamentare il candidato che ha riportato la maggioranza relativa dei suffragi nel collegio.
Cosa prevede
Nello specifico, il Mattarellum prevede per la Camera l'elezione del 75% dei deputati con collegi uninominali e il restante 25% con un sistema proporzionale. Per la parte maggioritaria viene eletto il candidato che ottiene più voti. Nel proporzionale, dove non si esprime la preferenza, accedono alla suddivisione dei seggi le liste che hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. Prima della ripartizione occorre però applicare il meccanismo dello scorporo, per cui alla lista vengono sottratti i voti ottenuti dal candidato ad essa collegato che ha vinto nel collegio. Al Senato i tre quarti dei seggi vengono assegnati col sistema maggioritario, in collegi uninominali, a maggioranza semplice e a turno unico. Per il restante quarto dei seggi, si applica il metodo proporzionale. E' quindi un sistema che favorisce il bipolarismo, incentivando però la nascita di coalizioni ampie e di alleanze elettorali che non sempre restano unite fino alla fine della legislatura, così come avvenne nel '94 per il primo governo Berlusconi, sostenuto da una coalizione di centrodestra (il Polo delle Libertà al nord e il Polo del Buon governo al sud), che andava da Forza Italia alla Lega, passando per An fino all'Udc.
Il sistema con cui fu eletto Prodi
Il Mattarellum fu anche la legge elettorale con cui vinse il primo governo Prodi, nel 1996, sostenuto da Ulivo (una coalizione che andava dal Pds al Ppi, passando per i Socialisti italiani fino ai Verdi e i Repubblicani e la Rete di Orlando) e Prc di Bertinotti. Fu allora, nel '96, che si applicò il cosiddetto 'patto di desistenza' tra il partito della Rifondazione Comunista e le forze politiche riunite nella coalizione di centrosinistra l'Ulivo. In virtù della desistenza, Rifondazione Comunista non presentò propri candidati in tutti i collegi elettorali e in quelli assegnati, tramite appunto il patto elettorale, al Prc non venne, di conseguenza, presentato il contrassegno dell'Ulivo.
Per approfondire:
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