di Giovanni Lamberti
Roma - L'ex presidente del Senato Marcello Pera qualche giorno fa in una riunione alla quale partecipavano i parlamentari di Ala e Scelta civica ha preconizzato che "Berlusconi alla fine non farà tornare il Pci, non consegnerà il Paese ai Cinque stelle". I centristi stanno facendo blocco comune: puntano a riunire i gruppi parlamentari, ad una federazione che nasca a gennaio (ma l'ala alfaniana di Ncd frena), ad avanzare un'unica proposta di legge elettorale, "a riunire - per usare le parole di un esponente verdiniano - le membra sparse del berlusconismo per aprire una stagione nuova il 5 dicembre, una nuova fase con un nuovo governo". E sono convinti che il Cavaliere alla fine seguirà la 'linea Confalonieri'. Il timore di Fratelli d'Italia e delle Lega è proprio che Berlusconi, in nome della stabilità delle sue aziende, possa condurre una campagna 'low profile' sul referendum.
Incognita Berlusconi fa fremere alleati
Al momento Salvini e Meloni restano in attesa, prima di prendere le distanze aspettano di capire come e quando il Cavaliere voglia scendere in campo. Però chi si è schierato per ora è Parisi. Contro la classe dirigente di FI e nell'ottica di un processo di rinnovamento a 360 gradi per far sì che il centrodestra torni a trazione moderata. E il sospetto sia del partito di via Bellerio che di Fdi è che Berlusconi abbia intenzione di lasciare campo aperto all'ex ad di Fastweb per tenersi le mani libere. "Basta opposizione urlata. La Lega? E' tempo di moderazione", ha messo in chiaro Mr Chili. Dunque un colpo alla vecchia nomenclatura azzurra e un altro alla destra. E così in FI non è solo il cosiddetto 'asse del nord' azzurro, con Toti e Romani in testa, a ritenere che l'ex direttore generale di Confindustria abbia il mandato di 'resettare' il vecchio modello dell'alleanza. Il Cavaliere ai suoi ripete che si impegnerà per il no alla consultazione popolare ma al momento non e' stato fissato alcun evento con l'ex presidente del Consiglio. Berlusconi non dovrebbe esserci neanche alla 'maratona del no' promossa dalla Gelmini. La strategia è quella di aspettare metà novembre, orientarsi con i sondaggi. Con lo sguardo rivolto a quello che succederà dopo il 4 dicembre: qualora dovesse esserci una vittoria di misura del fronte del no FI fara' pesare il suo ruolo nella partita sulla legge elettorale. E Berlusconi che si è tenuto fuori dallo scontro tra i dirigenti di FI e Parisi, potrebbe tornare ad occupare un ruolo centrale. Per il momento quindi il Cavaliere non entra nella battaglia interna al partito azzurro. Battaglia che assume giorno dopo giorno toni sempre piu' accesi. "FI deve cambiare molto - ha detto Parisi da Palermo - perché per anni è stata trainata da Berlusconi che l'ha fatta crescere, altri non hanno questa capacità". "Attenzione a liquidare la nostra storia", è la replica dei 'big' azzurri. Brunetta il più duro: "Parisi esca allo scoperto se il suo ruolo è quello di rottamare". (AGI)