Bratislava - (Dall'inviata Francesca Venturi) A Bratislava si e' fatto "un passo avanti piccolo piccolo, e' troppo poco" e in particolare su due punti, la politica migratoria e quella economica, l'Italia vede "distanza fra le proprie proposte e la realtà".
Il vertice informale che si e' tenuto per la prima volta senza il Regno Unito nel castello della capitale slovacca affacciato sul Danubio voleva trasmettere un segnale di unita', ma il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha voluto invece sottolineare le cose che intende cambiare entro la scadenza del prossimo 25 marzo, quando a Roma si celebreranno i 60 anni dal trattato costitutivo dell'Unione.
Lo "strappo" di Renzi è soprattutto rispetto a Francia e Germania, i partner che nelle scorse settimane erano sembrati piu' vicini negli incontri di Berlino e Ventotene e che invece oggi hanno deciso, per la prima volta da quel consiglio europeo di fine 2011 che segno la fine europea di Silvio Berlusconi, di fare una conferenza stampa congiunta alla fine del vertice.
"Siamo ancora abbastanza lontani dal disegno di Europa che abbiamo in testa - ha premesso Renzi - io non sono soddisfatto delle conclusioni sulla crescita e sulle migrazioni e quindi non posso fare una conferenza stampa insieme al cancelliere tedesco o al presidente della Repubblica francese non condividendo le conclusioni allo stesso modo di come le condividono loro". Quindi, ha aggiunto, non si tratta "di un fatto polemico, ma di serieta': io ho bisogno di tornare in Italia e dire che su certi punti si sono fatti passi avanti, su altri no. Non e' che devo fare una recita a copione per far vedere che siamo tutti uniti, ma se Francia e Germania vanno d'accordo sono felice per loro".
Durante la riunione, il premier ha detto di essere intervenuto "con soave chiarezza" per far valere le sue ragioni. In particolare, si apprende, non ha apprezzato la scelta del presidente Donald Tusk di trasformare quelle che alla vigilia erano attese come "dichiarazioni del presidente alla stampa" in una "dichiarazione di Bratislava" sottoscritta da tutti i capi di Stato e di governo.
L'Italia, secondo Renzi, ha ora "una clamorosa responsabilita', oggi a Bratislava si e' girata la clessidra". Infatti alla scadenza del 25 marzo mancano solo "poco piu' di 6 mesi. Esco da qui piu' convinto della possibilita' che ha l'Europa - ha aggiunto - dobbiamo giocarcela dicendo le cose su cui siamo d'accordo e quelle su cui non siamo d'accordo, sono franco e dico che non tutto ha funzionato come avrebbe potuto e dovuto, ma dico anche che l'Europa ha tutte le possibilita' per farcela". Particolarmente diretto e' stato l'attacco di Renzi al "fiscal compact": "non ha futuro", ha detto. E che non abbia funzionato, ha aggiunto, "non lo diciamo noi ma purtroppo i numeri: abbiamo bisogno di tornare a crescere e non e' un problema solo italiano ma di tutta l'Europa".
L'Italia, ha ribadito, rispetta le regole: ma anche gli altri devono farlo. "Non sono polemico ma dico in modo chiaro e franco che le regole devono essere rispettate da tutti", ha aggiunto riferendosi in particolare alla Germania: "la regola del surplus commerciale e' sancita dalla Ue, non bisogna superare il 6% e invece da anni alcuni Paesi non lo rispettano". Per rispettare queste regole, ha aggiunto, "dovrebbe investire 90 miliardi". (AGI)