Roma - L'Aula del Senato, che oggi ripreso oggi l'esame della legge di riforma dell'Editoria, ha approvato l'emendamento sul tetto degli stipendi Rai del relatore. Lo ha fatto a larga maggioranza con 237 si', nessun contrario e un solo astenuto, il senatore M5S Giovanni Endrizzi.
Stamane l'Assemblea ha dato disco verde all'emendamento presentato dal relatore Roberto Cociancich(Pd), che rientra all'interno del ddl sull'editoria già approvato dalla Camera. Il limite massimo delle retribuzioni di 240mila euro all'anno si applica agli amministratori, ai dipendenti e ai consulenti "del soggetto affidatario della concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale", è quanto prevede in sostanza. La Lega ha chiesto un termine congruo per i sub emendamenti e la seduta e' stata sospesa e poi ripresa nel tardo pomeriggio. L'emendamento del relatore prevede che il tetto degli stipendi Rai non potra' essere superato nemmeno in caso di emissione di bond da parte dell'azienda. E' il senso, viene spiegato, della previsione con la quale si stabilisce che "ai fini del rispetto del limite" non si applicano le esclusioni di cui all'articolo 23 bis del decreto legge 6 dicembre 2011, numero 201, convertito con modificazione della legge 22 dicembre 2011, n. 214".
"Va bene l'emendamento del relatore, come anche quelli delle opposizioni, va bene l'indicazione della Vigilanza, va bene l'iniziativa del Cda Rai", ha sottolineato il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, a margine dei lavori. "Una cosa sola deve essere chiara: se non ci sono rapidamente soluzioni convincenti, definitive e in linea con lo stato d'animo del Paese, nessuno deve aver dubbi che il presidente Renzi interverra' in Legge di Stabilita' e mettera' la parola fine a questa storia".
L'emendamento, ha commentato Francesco Verducci, vicepresidente della commissione di vigilanza Rai e senatore del Pd, "è molto importante" e "raccoglie esattamente quanto votato all'unanimita' dalla Commissione di Vigilanza Rai su iniziativa del Pd lo scorso novembre in merito allo statuto Rai. Il tema della trasparenza sugli stipendi e' stato a sua volta inserito dalla legge di riforma della governance. Oggi in Rai sono circa 90 gli stipendi superiori ai 200mila euro, tra cui molti non piu' giustificati per la cessazione di funzioni e mansioni per cui vennero attribuiti. Con questo emendamento su iniziativa parlamentare - osserva ancora - la Rai fara' un ulteriore salto di qualita' su trasparenza e riordino delle retribuzioni, sanando la troppa confusione e le troppe iniquita', spesso stratificatesi negli anni, che ne compromettono pesantemente la credibilita' e l'autorevolezza. E' un passo importante, che spronera' l'azienda a varare un vero codice di regolamentazione e alla completa trasparenza su tutte le retribuzioni, anche quelle artistiche".
Immediata la reazione del Movimento 5 Stelle, che rivendica la partenità dell'emendamento: "Il tetto agli stipendi Rai e' indiscutibilmente un successo del Movimento 5 Stelle che chiede questa misura da quando e' entrato in Parlamento, proponendola sia durante la riforma della 'governance' della Rai che in occasione delle leggi di stabilità", dichiara Alberto Airola, capogruppo 5stelle in Vigilanza Rai e firmatario dell'emendamento. "Dopo le numerose bocciature e provvedimenti contraddittori (come il contratto dello stesso Campo Dall'Orto) siamo contenti che il Pd abbia compreso l'importanza di tale misura recependo le nostre proposte". (AGI)