Roma - "Renzi sin dall'inizio disse 'prima di me il diluvio' e dunque non intendeva rottamare, ma sradicare. Rottamare Bersani è un gioco da ragazzi. In nome del collettivo, come si è visto, si rottama da solo. E' a sradicarlo da quei valori che ci vuole un fisico che Renzi non ha, perché come Bersani nel Pd ce ne sono a migliaia". Lo dice Pierluigi Bersani in una intervista al Corriere della Sera.
Fondare un altro partito a sinistra? "No, c'è un sacco di gente che non vuole lasciare il Pd a quella deriva di sradicamento. Non si esce e, come in direzione, si combatte in nome del Pd in condizioni molto difficili", risponde l'ex segretario del Pd.
Sul referendum delle trivelle spiega: "Dire che su un referendum indetto dal Pd non si va a votare e' una pezza peggiore del buco, quindi io ci andro'. E' stato commesso un errore, perche' con qualche riunione poteva essere evitato e lo dice uno che si trovò a fare il ministro dell'Industria quando all'Ambiente c'era Pecoraro Scanio, non Galletti". Quanto invece al referendum costituzionale, aggiunge: "sul Senato non si scherza, dovremo chiarirci. Vale sicuramente un principio di lealta', ma ci sono caveat insuperabili quando si allude a plebisciti o nuovi partiti". Infine la spiegazione al forfait a Porta a Porta: "Non ho titoli per censurare un professionista come Vespa, ma dividere la mia serata col figlio di Riina era troppo".
"Io sono per la stabilita' del governo, con forti correzioni nei meccanismi di decisione. L'emendamento su Tempa Rossa ha scoperchiato il vaso di Pandora. Si sta prendendo l'abitudine di assumere decisioni non lineari, senza rispettare i ruoli istituzionali" dice Pierluigi Bersani.
L'ex segretario del Pd mette in guardia il premier da se stesso: "Come denuncia Galli della Loggia, Renzi corre il rischio di un isolamento arrogante. Il suo nuovo inizio ha desertificato il Pd e creato una serie di yes men e yes women".
"Io vedo un sistema di decisioni in circuiti troppo stretti e troppo spesso extracorporei. E' un problema serissimo, e' ora di mettere un alt. Fermare il conflitto di interessi con delle norme e' una cosa da fare ma qualche volta e' come fermare l'acqua con le mani, il punto e' il rispetto delle funzioni istituzionali. Il Parlamento non puo' essere chiamato ogni giorno a un voto di fiducia, il Cdm deve fare il Cdm e i ministeri non possono essere aggirati, a cominciare dalle nomine", spiega Bersani.
Nelle intercettazioni spuntano i nomi, oltre che di Lotti e Guerra, anche di De Vincenti e Finocchiaro, un tempo vicini a D'Alema. E si parla di un dossier contro Delrio... "Non drammatizzo - risponde Bersani - lo attribuisco al clima di frustrazione che serpeggia nei ministeri, che percepiscono di essere bypassati ed espropriati a livello politico e burocratico. Emergono due questioni. La prima riguarda il quadretto di societa' civile che Dino Risi, se fosse vivo, aggiungerebbe ai Mostri. Questo signore (Gianluca Gemelli, ndr) su Twitter spara contro la casta e poi lucra sulla sua relazione col ministro Guidi per prendersi dei subappalti".
La seconda questione, invece, riguarda l'inchiesta di Potenza che "disvela un problema enorme a cui dobbiamo mettere urgentissimo rimedio. Si puo' mai pensare di ribaltare tutto il sistema autorizzativo del ciclo degli idrocarburi con un emendamento a una legge di Stabilita', coperchiata dalla fiducia? Decisioni del genere devono essere prese in trasparenza e in discussioni visibili. Non tutto e' burocrazia". Quanto alle parole di Renzi sui pm, l'ex segretario spiega: "sconsiglio di aprire guerre con la magistratura. Riformarla e' un compito del governo".
La Boschi deve dimettersi? "Le colpe dei padri non ricadono sui figli, pero' io non reggerei a un disagio di questo genere. C'e' da dire che io sono di un'altra generazione e adesso ce n'e' ben altra...". (AGI)