Roma - I cattolici dem contro il 'superanguro' e ad ogni tentativo di comprimere il dialogo sull'articolo 5. In serata sono Di Giorgi e Lepri a ribadire che "occorre una terza via" tra chi vuole chiudere "d'imperio" il confronto e chi intende avanzare sulla strada dell'ostruzionismo. Ma questa mattina, riferiscono fonti dem, e' stata inviata una lettera a tutti coloro che nel Pd hanno sottoscritto l'emendamento sull'affido rafforzato per far si' che venga stoppato l'emendamento Marcucci. L'iniziativa avrebbe dovuto raccogliere le firme di tutti i senatori contrari all'adozione per il figlio del partner. "Bisogna evitare forzature", ha sottolineato poi il deputato dem Preziosi che e' tornato a chiedere, insieme ad altri colleghi di partito, che si arrivi allo stralcio.
A pochi giorni dalle prime votazioni sul ddl Cirinna' c'e' ancora distanza nel Pd tra laici e cattolici. Giovedi' scorso il gruppo ha lavorato anche alla riformulazione di un nuovo testo sull'articolo 5. In cui vengono inserite le sentenze sulla materia e si ribadiscono tutti i passaggi per arrivare alle adozioni. Ma la prova del nove ci sara' gia' martedi' quando in Aula approdera' il 'supercanguro' che taglia, tra l'altro, gli emendamenti della Lega. Il voto dovrebbe essere palese ma senza i si' dei cattodem diventerebbe a rischio. Con l'eventuale via libera all'emendamento Marcucci ci sarebbe il si' anche alla stepchild adoption. Ma il gruppo dem prevede di non rendere 'cangurabile' gli altri emandementi dei cattolici, sbarrando la strada solo a quello sull'affido rafforzato. Si andrebbe cosi' al voto segreto nei prossimi giorni su un emendamento a firma Pagliari-Chiti che prevede ritocchi alla stepchild adoption: due anni di preaffido e una dichiarazione in cui si certifica di non aver fatto ricorso alla pratica della maternita' surrogata. Si tratta in ogni caso di una strada stretta perche' non intendono percorrerla ne' i giovani turchi ne' una parte della minoranza dem. Potrebbe pero' avere l'avallo dei Cinque stelle e di una parte dei centristi. Fonti del Nazareno ribadiscono che la linea e' quella di andare avanti, di aspettare il pronunciamento del Parlamento e che non c'e' alcun timore su eventuali minacce da parte di Ap. Non e' solo l'Udc che il giorno dopo il si' al ddl Cirinna' uscirebbe dalla maggioranza. Anche una parte dei senatori Ncd ha promesso che senza una retromarcia sull'articolo 5 si porra' il tema della presenza nella maggioranza. Ecco perche', considerata ormai naufragato il 'patto da gentiluomini' tra Pd e Lega, i dem hanno lavorato ad una correzione sull'articolo 5 che verra' messa sul tavolo solo dopo aver incassato il si' sull'intero ddl. Resta inoltre aperta la questione della richiesta dei cattodem sull'inasprimento delle norme sulla pratica dell'utero in affitto. I cattodem non si accontentano di una mozione. (AGI)