Roma - L'Italia aderisce alla Banca asiatica di investimento per le infrastrutture perchè questo aiuta la crescita in Asia, apre nuovi orizzonti alle imprese italiane e aiuta il dialogo in zone di crisi. Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, spiega in un'intervista all'AGI il motivo per cui il governo italiano ha aderito alla Aiib, secondo Paese europeo a farlo, con una firma che risale a marzo scorso e una delibera del Consiglio dei ministri di una settimana fa che ci fa scalare il dodicesimo posto nell'elenco dei 57 'socì. Ora, quando manca solo la ratifica del Parlamento, Della Vedova chiarisce ragioni e obiettivi di questa adesione a uno strumento finanziario che molti osservatori giudicano strettamente connesso al progetto cinese di Nuova via della seta. E i cui numeri parlano chiaro: 100 miliardi di di dollari capitale, un business plan di 8000 miliardi di dollari di investimenti in vent'anni, data di partenza gennaio 2016. Aderire alla Banca con uno stanziamento di 514 milioni di dollari, ha spiegato Della Vedova, "è una scelta saggia e lungimirante, sarebbe stato imprudente non esserci, e per tre ragioni. Innanzitutto l'engagement con la Cina e con l'intera regione: l'Italia aderendo da subito si è posta all'interno di uno strumento di governance globale in un settore come quello delle infrastrutture. Noi riteniamo che debba essere uno strumento che affianca la Banca asiatica di sviluppo: c'è in tutta la regione un potenziale di investimento enorme, e quindi è utile che ci sia uno strumento come l'Aiib ed è auspicabile che ci siano sinergie, competizione sull'efficienza e alcuni interventi di scala finanziati di concerto dai due istituti. Noi pensiamo tutto in termini di coinvolgimento".
Dal punto di vista pratico, ha spiegato il rappresentante della Farnesina, "a differenza di Usa e Canada, l'Europa ha una continuità geografica e uno dei progetti principali è di connessione tra Asia ed Europa: sarebbe stato imprudente stare fuori da un organismo che sceglierà e finanzierà i progetti di connettività tra Europa e Cina. è stata dunque una scelta molto saggia e politicamente lungimirante. Questo non toglie che sarebbe stato meglio avere una presenza diretta della Ue". "Non ultimo l'Italia esprime nel settore delle infrastrutture un numero consistente di imprese al massimo livello tecnologico e di alta capacità progettuale. Quindi partecipare nel capitale e nella governance della banca, indipendentemente dalle modalità di scelta dei progetti e dei realizzatori, accredita le imprese italiane al pari degli altri". Il contributo di 514 milioni di dollari rappresenta il 2,6& del capitale della banca e l'Italia, in questo modo, si colloca dodicesimo 'sociò piu' importante tra i 57 che hanno dato vita all'istituto. Nei confronti dell'Aiib gli Usa sono stati tiepidi, se non diffidenti, e insieme al Canada non hanno aderito. "Ovviamente la nostra non è una scelta di campo tra Cina e Stati uniti. Noi, senza voler essere ingenui, stiamo comunque parlando di una banca che deve finanziare interventi infrastrutturali che non sono solo di interesse cinese ma di interesse anche di Paesi con i quali l'Italia, a prescindere dalla Cina, ha già e potrà avere in futuro rapporti economici e commerciali intensi". (AGI)
(18 dicembre 2015) .