(AGI) - Roma, 16 dic. - Sulla Consulta si ripete lo schema Mattarella, questa volta i Cinque stelle sostituiscono in toto la minoranza Pd e l'accordo sui tre giudici della Corte costituzionale dovrebbe portare ad una fumata bianca. Fuori Sisto, dentro Prosperetti indicato dai centristi e previsione di Brunetta fatta ieri al direttivo di FI che viene rispettata. Ora nel Partito democratico parlano di un varco aperto che al momento riguarda solo questa partita. "Ma e' chiaro che con i Cinque stelle si dovra' necessariamente parlare, sono l'unica opposizione rimasta, FI si sta frantumando", spiegano fonti dem. Diversi i provvedimenti su cui si potra' dialogare con i pentastellati, a partire dalle unioni civili. "Questa e' una prova d'appello", sottolinea un senatore. L'accordo tra Pd e M5S sui giudici della Corte Costituzionale "e' il ripristino di una elementare logica costituzionale che stabilisce che le istituzioni devono avere la cura di tutti", per Pierluigi Bersani.
Ma dai Cinque stelle si circoscrive l'intesa: "Il Pd e' il nostro nemico giurato", ha fatto sapere Beppe Grillo secondo quanto viene riferito. Del resto lo scontro che andra' in scena venerdi' vede sul ring proprio il Pd e il Movimento 5 stelle. FI si astiene o uscira' dall'Aula. "La verita' - spiega un altro esponente dei pentastellati - e' che noi siamo rimasta l'unica forza che puo' contrastare Renzi". Il senatore Cinque Stelle, Maurizio Buccarella, sottolinea come l'intesa "rappresenti per il Movimento una vittoria sul piano istituzionale, prima ancora che politico. Avevamo chiesto nomi all'altezza e quei nomi sono arrivati, siamo riusciti a portarli al tavolo. Modugno e Barbera sono nomi di primo livello, ma anche Petruzzetti. Sul piano politico", ha poi aggiunto, "abbiamo spezzato l'asse Pd-FI, che era anche quanto cercava di ottenere la sinistra dem". Si e' trattato, ha sottolineato ancora Buccarella, "di una intesa alla luce del sole, senza sotterfugi, senza incontri segreti. Non si parli, pero', di alleanza: noi abbiamo votato con il Pd su altri provvedimenti, ad esempio alcune norme in materia ambientale. Quando si puo' dialogare lo facciamo".
Cauto sul futuro del rapporto tra Pd e M5S e' anche il senatore pentastellato Giarrusso: "Non vendiamo la pelle dell'orso prima di averlo catturato. Vediamo come va questa sera, poi tireremo le somme. Abbiamo chiesto dei nomi di garanzia e li abbiamo ottenuti. Per ora questo e' tutto". Il premier ha deciso di accelerare, vuole mettersi alle spalle al piu' presto la vicenda delle banche. Da qui la decisione di calendarizzare subito la mozione di sfiducia al ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Al Senato, invece, non ci sara' alcun dibattito prima della fine dell'anno. Il presidente del Consiglio in ogni caso ha deciso di passare al contrattacco. "Gli insulti e le offese non ci fermano. Basta strumentalizzaizoni a fini elettorali. Gli italiani sono in grado di comprendere". Ed ancora: "Questo governo non ha paura della verita', noi abbiamo salvato un pezzo d'Italia". Nel mirino finisce anche la Lega che ha criticamente duramente in Aula il premier esponendo cartelli con "Renzi Vergogna": "Voi - ha detto rivolgendosi al capogruppo del Carroccio Centinaio - avete salvato solo Credieuronord, non le altre banche". (AGI)