Un'app per l'incontro romantico "ma ci vuole il fisico"
Roma - Campo de' Fiori a Roma, Ponte Vecchio a Firenze, piazza del Plebiscito a Napoli, piazza San Marco a Venezia. Nell'era della tecnologia e dei rapporti coltivati in chat, i luoghi del cuore per un perfetto appuntamento di San Valentino sono gli stessi delle generazioni passate. Lo rivela uno studio condotto da Happn, dating app che sfrutta un sistema di iper-geolocalizzazione. In altre parole, ogni volta che un utente incrocia un altro membro, il suo profilo appare immediatamente sull'app.
Fondata nel 2014, Happn è presente in 35 città nel mondo, e conta oltre 10 milioni di utenti. Insomma il romanticismo non è morto, ma di sicuro ha cambiato veste e oggi passa attraverso lo smartphone. E così, il classico mazzo di rose è ancora di moda, ma solo sotto forma di immagine da inviare in chat. Poi, però: "c'è bisogno di luoghi 'veri', non virtuali, per dare corpo all'incontro con l'altro/a ' spiega all'Agi Marina Piazza, sociologa - "Le modalità dell'incontro sono aiutate dalla app, ma quello che conta è il desiderio dell'incontro 'reale'. E non è il ripetersi, è la verità del desiderio della voce, dello sguardo, del corpo, dell'interazione tra due esseri umani".
Ma come sono cambiati i rapporti nell'era degli smartphone' " Le donne si percepiscono come più libere, non asservite allo sguardo e al giudizio degli uomini. Gli uomini hanno reagito e continuano a reagire in modi diversi. In particolare iniziano a mettere in discussione l'immagine di eccesiva virilità a favore di una più onesta interazione, mostrando i loro lati più veri" spiega Piazza.
I limiti, i punti fragili di queste nuove relazioni ' continua la sociologa - "sono dati proprio dalla scomparsa di codici di comportamento e delle modalità tradizionali e consolidate dei rapporti e quindi dalla necessità di avventurarsi in territori sconosciuti, dove non ci sono norme universali, dove serve coraggio, di donne e uomini, per accettare le differenze, valorizzarle e metterle in relazione. Ma questi limiti diventano anche punti di forza se vengono visti come la consapevolezza della necessità di un incontro, perché tutti siamo dipendenti, perché sappiamo che non si può vivere senza esporsi al rischio di un legame. Meno norme e più verità. Per arrivarci, però, è necessario un duro lavoro: quello di disordinare i codici, di disfare gli stereotipi. E questo lavoro non è superato, siamo soltanto all'inizio di quello che potremmo chiamare un percorso di educazione sentimentale".