Olio di sansa: Assitol, per le aziende e' crisi nera
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Olio di sansa: Assitol, per le aziende e' crisi nera

Olio di sansa: Assitol, per le aziende e' crisi nera

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(AGI) - Roma, 17 dic. - La scarsa produzione di olive mette inserio pericolo la sopravvivenza delle imprese che impiegano lasansa come materia prima. Aziende a rischio chiusura per mancanza di materia prima.E' questo l'allarme lanciato dal Gruppo olio di sansa diASSITOL, l'associazione italiana degli imprenditori di settore,che vive seri problemi di approvvigionamento per la propriaattivita' industriale. "La produzione olivicola nazionale, quest'anno, si e'ridotta del 50% - spiega Michele Martucci, presidente delGruppo sansa di ASSITOL - l'olio e' in quantita' limitate e lasansa lo e' ancora di piu'. Reperire la materia prima, quindi,e' davvero improbo". La sansa e' un sottoprodotto della lavorazione delle olivein frantoio, impiegata storicamente per produrre olioalimentare e, in tempi piu' recenti, biomasse. Quello che,erroneamente, alcuni considerano uno "scarto", al contrario, e'valorizzato dal lavoro delle aziende che lavorano la sansa e neestraggono un prodotto destinato all'alimentazione e, inaggiunta, un combustibile di origine vegetale, con evidentivantaggi ambientali. In questo quadro le imprese, che da tempo puntano sulleopportunita' energetiche della sansa, si vedono precludere unfilone particolarmente promettente per il futuro. "Quest'anno,a causa della pessima annata di produzione - spiega ancora ilpresidente del Gruppo sansa - l'acquisto delle sanse presso ifrantoi ha visto scatenarsi una vera e propria guerra. Se e'vero, come si legge sui giornali, che l'olio deve esserescortato come fosse oro, potremmo dire che la sansa vergine dioliva meriterebbe lo stesso trattamento". Si lamenta, infatti,una sorta di "mercato nero" della materia prima, che distogliecosi' quote di sansa ad un settore gia' in difficolta'. Talerischio vale per la produzione energetica e, ancor di piu', perl'utilizzo a fini alimentari con grande rischio per latracciabilita' dell'intera filiera olivicola. Oltre a garantire il corretto impiego e la valorizzazionedi un sottoprodotto, l'olio di sansa per fini alimentari,utilizzato in Italia, ma venduto ancor di piu' all'esterosoprattutto in Asia, ha da tempo assunto il ruolo di"apripista" per l'olio d'oliva nei nuovi mercati non ancoraabituati al gusto dell'extravergine. Tale capacita' dispalancare le porte ad un prodotto di qualita' superiore ha poiconsentito, nel corso degli anni, di favorire le esportazionidi olio d'oliva e di extravergine, in crescita in tutti icontinenti. "Il pericolo e' di assistere alla chiusura di molte aziende- avverte Martucci - e, cosa altrettanto grave, gli effettinegativi di tale vicenda non si faranno sentire soltanto nelcomparto del sansa, ma su tutta la filiera dell'olio d'oliva,importante asset dell'agricoltura e manifattura italiana".Mentre ai fini energetici, precisa il numero uno del Grupposansa, "il filone dei biocombustibili, che si avvale degliincentivi statali, potrebbe far gola ad operatori scorretti,attirati dall'idea di sottrarre la sansa alle nostre aziendepur di intascare contributi pubblici, distogliendola dallatradizionale destinazione alimentare". Al riguardo, sottolineaancora Martucci, "chiediamo maggiore vigilanza da parte deglienti competenti, per scongiurare situazioni di illegalita' e dielusione". Assitol punta da tempo sulla valorizzazione deisottoprodotti della filiera olivicola per impieghi energetici."Ma senza l'apporto delle imprese, soffocate dalla crisi -osserva il presidente del Gruppo sansa - il pericolo e' diveder scomparire un segmento decisivo per la produzione dienergia rinnovabile, impoverendo l'intero settore oleario. Lasituazione e' cosi' fosca - conclude Martucci - che, persalvaguardare i lavoratori, si prospetta il ricorso alla CassaIntegrazione".(AGI)Bru
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