Maltempo: Cia, non prevenire e' costato all'Italia 22 miliardi
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Maltempo: Cia, non prevenire e' costato all'Italia 22 miliardi

Maltempo: Cia, non prevenire e' costato all'Italia 22 miliardi

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(AGI) - Roma, 19 nov. - Il territorio italiano deve esseremesso in sicurezza, senza ulteriori indugi da parte dellapolitica, non solo per evitare il ripetersi di continue"emergenze maltempo", purtroppo troppe volte con risvoltitragici, ma anche per una questione economica: non prevenire,infatti, e' gia' costato al Paese 22 miliardi di euro negliultimi vent'anni. Soltanto per riparare i danni causati dafrane e alluvioni. Lo afferma la Cia-Confederazione italianaagricoltori. E' chiaro, quindi, che ora tocca invertire la rotta e,invece di gestire le conseguenze drammatiche del dissestoidrogeologico, investire sulla prevenzione e mettere in campouna vera politica organica di difesa e conservazione del suolo-evidenzia la Cia-. Finora troppo poco si e' fatto per tutelareil territorio italiano dalla cementificazione sfrenata che hacancellato in vent'anni oltre 2 milioni di ettari di terrenocoltivato, lasciando spazio all'incuria, al degrado,all'abbandono da parte degli agricoltori, la cui opera dipresidio e di manutenzione e' fondamentale, soprattutto nellearee marginali di collina e di montagna. Per questo ora bisogna fare un deciso passo avanti -osservala Cia-. Quanto sta succedendo in questi giorni, soprattutto inLiguria ma anche in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, devefar riflettere. Ci sono gia' danni e perdite per decine dimilioni di euro solo nel settore agricolo: spazzate via lecoltivazioni di una parte vastissima della Piana Albenganese,migliaia di vasi trascinati dalla furia delle acque,coltivazioni di aromatiche, piante fiorite sommerse, serre emagazzini invasi dall'acqua e dal fango. Aumentano i timorianche per vigneti e oliveti pregiati e sale il pericolo disempre nuovi smottamenti, perche' un terreno zuppo, ormaiimpossibilitato a drenare le precipitazioni, e' sempre piu'frequentemente oggetto di frane, anche di dimensioni enormi. Insomma, non c'e' piu' tempo da perdere: servono adeguatepolitiche di prevenzione del territorio, a cui affiancare unapuntuale azione di vigilanza e controllo delle situazioni arischio che deve coinvolgere necessariamente gli agricoltori-conclude la Cia-. Non si deve mai dimenticare che oggi ilrischio idrogeologico in Italia coinvolge il 10 per cento circadella superficie nazionale e riguarda 6.633 comuni. Vuol direche quasi un cittadino su dieci si trova in aree esposte alpericolo di alluvioni e valanghe.(AGI)
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