C dV - Ci sarebbe qualcosa di male se la regina Elsa fosse una lesbica e il sequel di Frozen raccontasse il suo innamoramento per un'altra principessa? A questa domanda risponde affermativamente CitizenGO - una comunità spagnola cristiana di cittadini attivi che vogliono difendere la vita, la famiglia e i diritti fondamentali in tutto il mondo. L'organizzazione sta raccogliendo firme su Internet per contrastare la richiesta delle associazioni Lgbt di inserire una principessa lesbica tra i protagonisti di "Frozen 2", sequel del film d'animazione Disney "Frozen", il più grande successo cinematografico della storia nel suo genere, che è stato visto da milioni di bambine che sognano di diventare come la loro eroina Elsa.
"Se credi che questa campagna non sia importante, perché in fondo non c'è in ballo niente di reale ma solo il personaggio di un film, ti invito solo a pensare per un attimo a un mondo dove milioni di bambine vivono nell'adorazione di un eroina che fa coming out e si innamora di un'altra donna"; spiega CitizenGo che invita a firmare una pertizione alla Disney per contrastare quella che definisce una "insistente campagna mediatica" che "ha trovato largo consenso tra la stampa progressista statunitense e tra i paladini del politicamente corretto". Ma anche la contro-campagna "Un principe azzurro per Elsa" (#CharmingPrinceForElsa) sta riscuotendo grande successo negli Stati Uniti, con numerose apparizioni sui media, un forte impatto su Twitter e già più di 200.000 firme raccolte.
"Chiediamo alla Disney di non lasciarsi influenzare dall'agenda degli ideologi del gender e, molto semplicemente, di far realizzare a Elsa uno dei sogni innocenti delle bambine di tutto il mondo: trovare un Principe Azzurro che la ami con tutto il cuore", conclude la nota che evoca "la vicenda degli opuscoli 'Educare alla diversita' a scuola', che nel 2014 abbiamo contribuito a far ritirare dagli istituti italiani con una grande petizione". Lì si chiedeva agli insegnanti di presentare modelli di famiglie omogenitoriali negli esercizi di matematica o di italiano (ad esempio, proponendo un problema di aritmetica con protagonisti 'Rosa e i suoi due papà'), così da abituare direttamente i bambini a 'differenti modelli di famiglia', in modo subliminale e senza discussioni". "Altro che 'educare alla diversità': allora come oggi, si tratta - conclude CitizenGo - di abituare, di assuefare alla diversità, semplicemente di fare propaganda". (AGI)