Alimentare: l'Italia punta sul grano duro, +6, 8% produzione
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Alimentare: l'Italia punta sul grano duro, +6, 8% produzione

Alimentare: l'Italia punta sul grano duro, +6, 8% produzione

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(AGI) - Roma, 17 ott. - Performance straordinarie nel 2015 peril grano duro, la coltura piu' importante in Sud Italia eutilizzato principalmente per la produzione della pasta, in uncontesto di calo dei prezzi sui mercati nazionali einternazionali per i cereali italiani. Da dati Istat emergeinfatti un incremento del 6,8% nella produzione, a fronte di unesile +1,9% di aumento di superfici rispetto alla campagna2014: le regioni capofila sono Emilia-Romagna e Veneto in NordItalia. Nel centro Italia la superficie destinata a grano duroe' cresciuta in maniera sensibile solo in Toscana e in Abruzzo,mentre nel Lazio, nonostante il calo delle superfici, si e'registrato un aumento produttivo superiore al 14%. Al sud lasuperficie destinata a grano duro ha subito solo un piccolocalo ma la produzione complessiva sta crescendo, graziesoprattutto all'aumento delle rese in Campania. E' emerso oggi ad Agrilevante nel convegno su redditivita'della cerealicoltura in Sud Italia tra nuova Pac esostenibilita' promosso da L'Informatore Agrario incollaborazione con FederUnacoma e l'Ente Fiera del Levante."Grazie ai prezzi particolarmente favorevoli, oggi laredditivita' del grano duro, che costituisce oggi il 5% ditutto il grano prodotto, si fa molto interessante - haevidenziato Angelo Frascarelli, dell'Universita' di Perugia. Considerando un prezzo della produzione di 300 ?/t, da unettaro di grano duro si ottengono mediamente 1.650 ? a nord,1.410 ? al centro e 1.260 ? al sud. Invece, produrre un ettarodi grano duro al nord costa 1.065?, al centro 995 ? e al sud930 ? (valori calcolati attraverso i prezziari deicontoterzisti e indagini personali)". In particolare,sottraendo i costi dai ricavi si ottiene che la redditivita'del grano duro al nord raggiunge quota 585 ?, mentre al centroe al sud arriva rispettivamente a 415 ? e 330 ?, grazie ancheai 60 ? di pagamento accoppiato previsto dalla nuova Pac. Sitratta di valori molto interessanti, ai quali pochi cereali siavvicinano. "Gli ultimi segnali che provengono dai listini nazionali,tuttavia, non sono molto incoraggianti - ha precisato HerbertLavorano, collaboratore de L'Informatore Agrario e dell'OpItalia Cereali. Bisogna considerare che lo "spread" di prezzotra frumento tenero e duro (ora a 120 euro/t) provochera'sicuramente un incremento delle superfici nelle aree nontradizionali (Francia, pianura padana ecc.), per cui l'offertaabbondante potrebbe deprimere i prezzi nel prossimo anno. Unapossibile strategia per le produzioni del Mezzogiorno e' ladifferenziazione dei parametri qualitativi (glutine, colore,salubrita'), per la quale e' pero' indispensabile lacostruzione di filiere specializzate in collaborazione traimprese agricole, stoccatori, industrie di trasformazione emondo della ricerca".(AGI) Bru
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