Agroalimentare: Fvg, fare impresa nel food e' sfida da cogliere
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Agroalimentare: Fvg, fare impresa nel food e' sfida da cogliere

Agroalimentare: Fvg, fare impresa nel food e' sfida da cogliere

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(AGI) - Udine, 30 giu. - La filiera del food si sta innovandoin maniera non tradizionale: cambia il modo di produrre,trasformare, distribuire, consumare e comunicare il cibo. Peressere al passo con i tempi e' necessario per i ristoratori,produttori locali ma anche operatori del settore saper essereconvincenti elaborando risposte alle eterogenee richieste chegiungono da parte dei consumatori, sempre piu' attenti einformati. L'Expo 2015 poi ha concentrato l'attenzione sullaqualita' e sulla sicurezza del cibo ma anche sul cibo comeesperienza sensoriale, di cibo e infanzia, di disordinialimentari, di fisica nucleare nel cibo e ha sen'altrocontribuito a far accrescere l'interesse nel food che risultaessere in forte ascesa, specie per il numero di aziende chefioriscono in questo settore. Ma quale strada deveintraprendere il potenziale startupper? Quali opportunita' devesapere cogliere? Se n'e' parlato a Tolmezzo durante ilseminario del progetto regionale "Imprendero'. Le nuoveopportunita' di impresa del food-Friuli Food Design: i modellidi consumo emergenti". L'evento, organizzato dal Cramars,Societa' Cooperativa Sociale, ha visto la partecipazione dioltre una ventina di potenziali imprenditori con in aula SergioSimeoni dell'Osservatorio Irtef che ha presentato unapanoramica sui prodotti tipici del Fvg, passando attraverso iconcetti di reti e filiere dell'Agroalimentare. FedericoCasotto, design manager e food specialist di Design GroupItalia ha incentrato la sua relazione sui nuovi stili diconsumo. "Le iniziative di promozione dei prodotti tipici inItalia si ispirano spesso, piu' o meno esplicitamente, aun'idea e a una retorica di difesa contro il dilagare difenomeni che taluni definiscono, con una semplificazione cheappartiene alla stessa retorica di americanizzazione - haaffermato Federico Casotto- L'esaltazione delle eccellenzenostrane si accompagna di frequente ad appelli a tornare incucina, a fare acquisti nei mercati dei contadini, nei negozi oristoranti a km zero, a seguire le stagioni e viceversarifuggire la grande distribuzione, i fastfood, i piatti prontiindustriali". "Si puo' essere d'accordo - e io lo sono - conl'aspirazione a ridefinire l'ordine dei valori che informanogli stili di vita contemporanei e a recuperare il legame con lapropria storia, la propria terra e il proprio ritmo, ma mentresi lavora per realizzarla - precisa Casotto - bisogna evitareche nel frattempo il prodotto locale soffochi nelle nicchie dimercato e, per quanto aggiornato in termini estetici e promossoattraverso nuovi canali - conclude - resti confinato nei menutipici, nelle gastronomie (intese come negozi), nei mercatiregionali e nelle tavole dei conoscitori". (AGI)
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