(AGI) - Aquileia, 5 lug. - Aquileia ospita la prima esibizione di arte iraniana al mondo dopo la firma dell'accordo sul nucleare: e' infatti in corso al Museo Archeologico Nazionale nella citta' friuliana la mostra "Leone e Tori dall'antica Persia ad Aquileia". Prosegue cosi' la serie 'Archeologia Ferita' che aveva gia' visto la citta' palcoscenico per "Il Bardo ad Aquileia", esposizione dedicata al museo tunisino colpito dal terrorismo nel marzo 2015.
Questa volta, l'interesse si concentra sull'arte achemenide e sasanide: 29 i pezzi esposti - di cui molti non hanno mai lasciato l'Iran - in oro, argento, bronzo, terracotta e pietra provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Tehran e da quello di Persepoli. La mostra, di rilevanza internazionale, aspira ad accompagnare il rilancio del dialogo e la ripresa d'interesse nei confronti dell'Iran, un grande partner culturale e, in potenza, politico ed economico con cui l'Italia, anche negli anni piu' difficili, non ha mai interrotto le relazioni.
A organizzarla, la Fondazione Aquileia, il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e l'Iranian Cultural Heritage, Handicrafts and Tourism Organization, in collaborazione con la Fondazione Bracco e molti altri sponsor. Presente anche un catalogo, in italiano, inglese e farsi, che si apre con le prefazioni del ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali, Dario Franceschini, della presidente della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, del presidente della Fondazione Aquileia, l'ambasciatore Antonio Zanardi Landi e, da parte iraniana, del vice presidente iraniano, Masoud Soltanifar.
Come hanno sottolineato Franceschini e Serracchiani, con la serie di mostre iniziata lo scorso anno e destinata a proseguire con iniziative di pari ed attuale interesse Aquileia e l'omonima Fondazione stanno sviluppando una vocazione a condurre operazioni di "politica culturale" rivolte a Paesi che rivestono un particolare interesse per l'Italia. Caloroso il messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricordato come "e' la cultura il terreno su cui siamo in questi anni chiamati a combattere la battaglia piu' impegnativa ed ardua: la battaglia per fugare equivoci che sembrano essere riusciti a divenire sostanza, per ritrovare le ragioni del dialogo, della tolleranza e dello stare insieme, in Europa e con Paesi con cui abbiamo avuto, e vogliamo avere ancora, rapporti ricchi, articolati e positivi". (AGI)
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