Roma - L'uso di internet in cui prevalgono spesso informazioni contraddittorie puo' indurre l'utente anche piu' colto all'ostracismo nei confronti dei vaccini. Il popolo "antivax" che costituisce il fronte del 'no' alle vaccinazioni, naviga a lungo sul web e riceve una quantita' di informazioni che finiscono con l'accavallarsi fra loro, generando confusione e spingendolo sempre piu' a fare pollice verso. Secondo il documento presentato dalla Fnomceo "i vaccini che storicamente hanno subito attacchi inutili e dannosi ora sono nuovamente contestati. Questo, nonostante, "le terapie vaccinali hanno un ulteriore grande spazio di miglioramento e basta ricordare le promesse delle vaccinazioni terapeutiche, dell'immunoterapia e dei vaccini che prevengono lesioni precancerose che aprono spazi enormi al miglioramento della salute". Non solo internet pero' fra gli elementi ostracizzanti perche' le ragioni che inducono al 'no' sono molteplici: irrazionalita' diffusa per cui le dimostrazioni ragionevoli e scientifiche sembrano al contrario rafforzare le persone diffidenti nel preesistente pregiudizio; individualismo prevalente, che porta a dimenticare gli obblighi versa la collettivita';crisi di autorevolezza dei medici e la frustrazione che nasce da tante promesse non mantenute dalla medicina; uso estesissimo di internet in cui prevalgono informazioni contraddittorie e ascientifiche, che spinge all'ostracismo verso i vaccini le persone piu' colte e abituate all'uso della rete; l' errore per cui di fronte a un rischio per quanto altamente improbabile (la reazione avversa da vaccino) si trascura un vantaggio certo (l'immunizzazione rispetto ad una grave malattia) lasciandosi guidare piu' da diffidenze o sospetti che da prove scientifiche; allarme sociale per i pregressi danni da vaccino, ora estremamente rari, che tuttavia fanno dimenticare le epidemie verificate ovunque si sia abbandonata o ridotta la pratica vaccinale. Non solo, nel mirino, finiscono anche le informazioni contraddittorie presenti troppo spesso sui mass media, la scarsa formazione alla scienza nel nostro Paese, cioe' alla valutazione dei dati e dei fatti rispetto alle opinioni indimostrate, da cui deriva l'adesione a credenze nate da una scarsa conoscenza della metodologia scientifica.
E ancora, fra gli elementi che spingono verso la diffidenza ai vaccini, ci sono, secondo il documento Fnomceo, anche la difficolta' che i programmi vaccinali trovano nel raggiungere i gruppi emarginati e deprivati. "A tutto cio' - si legge nel testo - dobbiamo aggiungere la pervasiva diffidenza verso le istituzioni che porta a dare ascolto agli imbonitori di turno e alle teorie del complottismo, espressione di uno scetticismo radicale nei confronti dei cosiddetti poteri forti; il ruolo fuorviante di medici "alternativisti"; la quotidiana presenza di ciarlatani che vantano scoperte rivoluzionarie, che curano malattie incurabili e che si lamentano di essere avversati e marginalizzati dall'alleanza tra scienza e multinazionali dedite al profitto. Personaggi che non pubblicano nessun dato, che non si rivolgono alla letteratura specializzata, che rifuggono da ogni conferma statistica e il cui parere peritale spesso condiziona anche la magistratura". Mentre negli ultimi tempi i mass media sembrano piu' cauti, "sussiste la tendenza, specialmente su internet - sottolinea la Fnomceo - a una falsa par condicio, per cui le evidenze prodotte dalla scienza e le invenzioni truffaldine sono messe sullo stesso piano, quasi per un democratico confronto". (AGI)