Pavia - Vecchi antibiotici ritornano a nuova vita e aprono un promettente spiraglio per il futuro della ricerca oncologica e per arginare lo sviluppo di tumori solidi e leucemie. Un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Pavia ha recentemente scoperto che gli antibiotici polimixina B e polimixina E (nota anche come colistina), oggi utilizzati nel trattamento di infezioni antibiotico-resistenti, sono in grado di inibire un enzima (l'istone demetilasi LSD1), la cui deregolazione e' correlata all'insorgenza del cancro. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, e' stato finanziato dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). L'istone demetilasi LSD1 sta emergendo come un nuovo bersaglio per la cura del cancro, essendo coinvolto nella regolazione del destino cellulare e nell'insorgenza di tumori solidi e leucemia. Attualmente tre composti in grado di inibire in maniera irreversibile l'enzima sono in fase di sperimentazione clinica, mentre la ricerca continua a focalizzarsi sullo sviluppo di inibitori innovativi e reversibili. Nel nuovo studio i ricercatori hanno individuato negli antibiotici polimixine B ed E una nuova classe di composti in grado di inibire l'enzima LSD1. La peculiare struttura macrociclica carica positivamente delle polimixine B ed E forma una corona in grado di interagire con le cariche negative presenti all'ingresso del sito attivo dell'enzima, bloccandone l'attivita', come evidenziato da studi di cristallografia a raggi X. (AGI)