Bologna - Migliorare la vita dei pazienti oncologici e ridurre l'impatto negativo che puo' essere causato dall'isolamento socio-sensoriale: e' l'obiettivo di "The Look of Life", il progetto di realta' virtuale creato da fondazione ANT, non profit per l'assistenza specialistica e domiciliare gratuita ai malati di tumore, e dall'associazione culturale Menomale in collaborazione con il Centro di ricerca HIT (Human Inspired Tecnology Reasearch Centre) dell'universita' di Padova. Il progetto punta a valutare l'esito clinico e l'utilizzo a domicilio di una tecnologia innovativa con visori "Gear Vr" che permettono la fruizione di video immersivi a 360 gradi: diversi studi, spiegano i creatori dell'iniziativa, ne hanno dimostrato le potenzialita' nell'alleviare e migliorare alcune particolari condizioni cliniche e psicologiche legate a patologie oncologiche o ad altre malattie invalidanti.
Un team di psicologi andra' nelle case dei pazienti in assistenza, insieme a personale della fondazione ANT, per valutare gli effetti di questa tecnologia innovativa. Ai pazienti verranno proposti, quindi, video tridimensionali alcuni creati ad hoc da DEYE VR, partner multimediale del progetto. Secondo gli ideatori del progetto le esperienze proposte (alcune anche personalizzate in base ai desideri del malato) hanno la potenzialita' di risvegliare l'attenzione dei pazienti attraverso emozioni come la meraviglia o la gioia che spesso la malattia rischia di allontanare dalla quotidianita'. Allo studio scientifico sugli effetti dell'applicazione della tecnologia ai pazienti seguira' la creazione di un portale aperto anche a chi soffre di patologie non oncologiche ma ugualmente invalidanti. Intanto l'anteprima del progetto, con una sperimentazione diretta delle tecnologie, e' prevista sabato prossimo a Bologna a Palazzo Pepoli Campogrande. "Per gestire efficacemente la malattia - ha spiegato il presidente della Fondazione ANT, Raffaella Pannuti - non ci si puo' limitare a considerare solo i fenomeni patologici che si stanno verificando nel corpo del paziente ma e' indispensabile capire quale rappresentazione cognitiva-emotiva i pazienti abbiano costruito dei sintomi della malattia oncologica, tra cui il dolore stesso". (AGI)