Spazio: Parmitano, in orbita servono poeti per inventare parole
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Spazio: Parmitano, in orbita servono poeti per inventare parole

Spazio: Parmitano, in orbita servono poeti per inventare parole

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(AGI) - Milano, 17 lug. - Scienza, tecnologia, esplorazione eispirazione. Sono queste le "quattro parole fondamentali" chesecondo l'astronauta italiano dell'Esa, Luca Parmitano,sintetizzano "il senso della presenza dell'uomo nello spazio".Invitato a raccontare presso il comando 1? Regione Areadell'Areonautica militare la missione spaziale alla quale hapreso parte poco piu' di un anno fa, ha cosi' riassunto ilsignificato di una ricerca in cui l'Italia lavora daprotagonista. Si parte dalla "scienza" perche', ha spiegatoParmitano, la stazione spaziale internazionale "e' unlaboratorio", dove "l'esplorazione" (altra parola-chiave) e gliesperimenti si fanno a partire da se stessi, nel testare "ilimiti fisiologici dell'uomo". La "tecnologia" ne e' unostrumento essenziale, quel "continuo allargare le conoscere"per "rincorrere gli orizzonti e superarli uno dopo l'altro";infine, "l'ispirazione" unica, in un posto come lo spazio. Consapevole della rarita' della propria esperienza, Parmitanosi dilunga spesso nel rivolgersi ai piu' giovani, quelli che ungiorno andranno in orbita con l'ausilio degli strumenti che lasua generazione sta sperimentando, spronandoli a crederci se illoro segno e' quello di fare gli astronauti. "Ai giovani - hadetto - ripeto sempre la stessa cosa: di avere dei sogniirrealizzabili e fissare i progetti un gradino piu' sotto, dovesi possono realizzare. Non ci sono abilita' particolari perfare l'astronauta, io - ha aggiunto - sono un uomo normale.Conta pero' l'addestramento". A chi gli ha chiesto se dalla suaesperienza si fosse fatto l'idea di altre forme di vita',Parmitano ha spiegato che il concetto di vita e' unadefinizione tipicamente terrestre e di dubitare che siareplicabile; viceversa, ha chiarito, "se la domanda fosse sepossa esserci qualcosa di comparabile, allora e' moltoprobabile. Non credo tuttavia - ha aggiunto - che ci possanoessere alieni dotati di strumentazioni adatte per raggiungerciche si nascondano per spiarci". Insomma, niente avvistamentidurante i quasi 170 giorni nello spazio. Parmitano haraccontato con dovizia di particolari il suo viaggio, mettendoa disposizione tutta la precisione di chi capisce che nessungesto in assenza di forza gravitazionale e' banale. Ma quandogli e' stato chiesto di ridefinire il concetto di infinito, diraccontare cosa vede l'uomo quando ha lo spazio di fronte,Parmitano ha fatto un passo indietro: "L'eloquenza ha i suoilimiti e non si e' evoluta abbastanza in questo 50 anni diviaggi nello spazio. Ci vorrebbe un poeta da mandare in orbitaper inventare le parole". (AGI) .
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