Salute: studio italiano "fotografa" diabete sul nascere
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Salute: studio italiano "fotografa" diabete sul nascere

Salute: studio italiano "fotografa" diabete sul nascere

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(AGI) - Stoccolma, 16 set. - Fotografato, per la prima volta ildiabete, mentre si sviluppa nell'organismo umano. A riuscire inquesta ricerca, un gruppo di ricercatori che fanno capo allaSocieta' Italiana di Diabetologia (SID) che hanno presentato irisultati dei loro lavori a Stoccolma nel corso del meetingannuale della European Association for the Study of Diabetes(EASD). Lo studio e' importante perche' fornisce le indicazioniper confezionare una terapia anti-diabete davvero su misura,declinata sulla base del difetto predominante alla base deldiabete. Il diabete mellito di tipo 2 e' una condizione moltodiffusa tra la popolazione generale; per la sola Italia lastima e' di oltre 4 milioni di persone. Se non diagnosticatoper tempo e trattato adeguatamente il diabete aumenta ilrischio di molte malattie quali infarto, ictus, tumori e altrecomplicanze vascolari. Lo studio - VNDS (Verona Newly Diagnosed type 2 DiabetesStudy) - nasce appunto con l'intento di caratterizzare indettaglio le componenti che contribuiscono a determinare ildiabete di tipo 2 nel momento stesso in cui vienediagnosticato, ed e' frutto di un lavoro decennale condottopresso la Divisione di Endocrinologia, Diabetologia eMetabolismo dell'Universita' di Verona su un campione di 700pazienti (482 maschi e 218 femmine). L'analisi dei dati haconsentito di evidenziare che gia' al momento della diagnosi didiabete il 90 per cento dei soggetti presentava unacompromissione della secrezione insulinica e che nell'88 percento era evidenziabile una ridotta sensibilita' all'insulina.I pazienti che presentavano solo insulino-resistenza eranol'8,8 per cento del totale, mentre quelli che presentavano soloun difetto di secrezione insulinica, tutti molto magri, eranoil 10,8 per cento. La maggior parte dei soggetti studiati (78,9per cento) al momento della diagnosi di diabete presentavaentrambi i difetti, mentre un esiguo numero (1,4 per cento) nonmostrava alcuna alterazione. Un paziente su 5 di quelli chepresentano entrambi i 'difetti' alla base del diabete mostravaanche pesanti alterazioni dei lipidi e un peggior compensoglicemico. "Il momento in cui viene fatta diagnosi di diabete -afferma il primo autore dello studio, Marco Dauriz,Dipartimento di Medicina, Divisione di Endocrinologia,Diabetologia e Metabolismo dell'Universita' di Verona, membrodella Societa' Italiana di Diabetologia - rappresenta unafinestra temporale privilegiata per poter apprezzare lafrequenza e l'entita' dei difetti di secrezione e azioneinsulinica, prima che venga avviata una terapia farmacologica.Caratterizzare le componenti patogenetiche al momento delladiagnosi e' importante per individuare una strategiaterapeutica il piu' possibile personalizzata. Le banche datiche abbiamo acquisito nella ricerca - prosegue Dauriz -costituiscono un prezioso strumento per la comunita'scientifica per poter indagare i meccanismi causali del diabetedi tipo 2 e possibilmente individuare nuove strategieterapeutiche sin dalle forme di pre-diabete". "L'eterogeneita'dei disturbi alla base del diabete tipo 2 e' estrema - commentail presidente SID professor Enzo Bonora - Studi come questodocumentano che fra i diabetici tipo 2 possono essereindividuati soggetti molto diversi fra loro nelle alterazioniche portano alla manifestazione biochimica comune, cioe'concentrazione alta di glucosio nel sangue. Per questo abbiamobisogno e avremo sempre bisogno di molti farmaci con meccanismod'azione diverso per curare i diabetici tipo 2: in questomomento abbiamo 7 classi diverse di farmaci oltre all'insulinama abbiamo bisogno di altre molecole. Molte sono in fase distudio". (AGI) Red/Pgi .
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