(AGI) - Torino, 23 giu. - Anche la genetica influenza l'esito
del trapianto di fegato: i pazienti affetti da epatite HCV con
certe caratteristiche genetiche hanno, infatti, un maggior
rischio di fallimento del trapianto. E' quanto rileva uno
studio del Centro di trapianti di fegato dell'ospedale
Molinette Citta' della Salute di Torino, diretto dal professor
Mauro Salizzoni.
Dal 1990 sono ormai 2.837 i trapianti effettuati presso il
Centro, con una probabilita' di successo a 5 anni pari all'80%.
Lo studio (Antonio Amoroso ? Renato Romagnoli), appena
pubblicato sulla rivista internazionale "Transplant
International", analizza l'esito di circa mille trapianti di
fegato, seguiti per un periodo di almeno 10 anni. In
particolare, lo studio si concentra sui pazienti che hanno
ricevuto un trapianto perche' affetti da cirrosi dovuta
all'infezione del virus C dell'epatite (HCV). Questi
rappresentano circa il 40% di tutti i trapianti analizzati, e
per essi l'esito del trapianto e' meno buono, a causa della
recidiva dell'infezione sul nuovo fegato. La novita' dello
studio consiste nell'aver identificato che e' soprattutto un
sottogruppo di questi pazienti a essere particolarmente
svantaggiato: e' la combinazione di 2 varianti genetiche che
facilita la reinfezione e la perdita precoce del trapianto. La
ricaduta di questo studio consentira' di attuare contromisure
per questi pazienti particolarmente svantaggiati, come ad
esempio il tempestivo trattamento con i nuovi farmaci anti-HCV
ad azione diretta. (AGI)
.