Salute: studio Anaao, medici sempre piu' insoddisfatti e stressati
ADV
ADV
Salute: studio Anaao, medici sempre piu' insoddisfatti e stressati

Salute: studio Anaao, medici sempre piu' insoddisfatti e stressati

di lettura
(AGI) - Roma, 23 set. - Medici ospedalieri insoddisfatti deilivelli retributivi rispetto alle responsabilita' delle corsie,stressati da carichi di lavoro sempre piu' faticosi ed arischio di un crescente contenzioso medico legale, percepitocome una minaccia dalla quasi totalita' degli intervistati,tale da incidere in modo drammatico sulla serenita'professionale. Alla vigilia di una nuova manovra economical'Anaao Assomed ha voluto tracciare un identikit dei mediciospedalieri proponendo un sondaggio condotto su un campionerappresentativo su tutto il territorio nazionale. Dalle interviste emerge un vero e proprio SOS che lacategoria lancia alle forze politiche e alle istituzioni: il 68per cento si sente frequentemente stanco; il 58 per centoeconomicamente scontento; il 48 per cento emotivamente sfinito.L'insoddisfazione e' massima rispetto alla progressioni dicarriera (77 per cento) per la quale la maggioranza dei medici(53 per cento) ritiene che la competenza professionale contipoco rispetto alla politica che, invece, il 97 per cento deimedici crede decisiva per gli avanzamenti professionali. Tra lealtre cause di insoddisfazione, il 75 per cento indica illivello di retribuzione ancor prima della distribuzione dicarichi di lavoro (64per cento), ed un miglioramento dellivello retributivo costituisce la prima della aspettativedichiarate (67 per cento). Un dato che indica chiaramente comeil blocco della retribuzione e del contratto di lavoro invigore dal 2010 abbiano notevolmente peggiorato il potere diacquisto dei salari e la condizione economica dei medici edelle loro famiglie, al di la' dei luoghi comuni su unaattivita' libero professionale che interessa il 60 per centodella categoria. Altro risultato significativo dell'indagineriguarda il rapporto con la politica: il 97 per cento deimedici intervistati chiede di avere piu' peso nelle scelteaziendali e il 67 per cento attribuisce alla invasivita' dellapolitica la principale responsabilita' della crisi del Ssn. E'questo un dato che conferma come le riforme del sistemasanitario abbiano fallito l'obbiettivo di reclutare i medicinella gestione degli ospedali. I dipartimenti ed il collegio didirezione, anche se formalmente istituti, non hanno avutoriconosciuto il ruolo di collaborazione nelle scelte dipolitica gestionale. Nonostante gli aspetti negativi della professione, i medicicontinuano a considerare buona la qualita' dei servizi offertidal SSN e dagli ospedali in Italia nel loro complesso(rispettivamente 66 per cento e 67 per cento). Tuttavia, purnel giudizio positivo, ritengono che ci sia un peggioramentoprogressivo della qualita' dei servizi ospedalieri (49 percento), specie nel confronto con gli altri Paesi europei tantoche il 35 per cento degli intervistati ritiene che la sanita'italiana funzioni peggio. Tra i motivi del peggioramento dellaqualita' delle prestazioni ospedaliere i carichi di lavoro sonoindicati come la causa principale, seguiti dagli scarsiinvestimenti nelle strutture e dalla crescita del contenziosomedico legale. Un giudizio complessivo sulle cause dipeggioramento che indica ancora una volta come sul lavoromedico e sulla qualita' dei servizi si riflettano le scelte dipolitica economica (blocco turn-over, pensioni ecc.) e dipolitica sanitaria (ritardi nella definizione delle retiospedaliere ed assistenziali, integrazione ospedale-territorioecc). Tutte le maggiori cause del peggioramento delle qualita'delle prestazioni sono segnalate nelle Regioni del sud piu' chein quelle del nord. Una componente medica emarginata dallagestione degli ospedali rende attuale il tema dellacollocazione della dirigenza medica nel pubblico impiego ed il76 per cento dei medici si dichiara favorevole ad una revisionedel ruolo giuridico dei medici. I provvedimenti legislativi ele leggi di stabilita' che negli ultimi anni hanno interessatola Pubblica Amministrazione hanno coinvolto la DirigenzaMedica, disconoscendo la sua specificita' di dirigenzaprofessionale, assimilando l'atto medico a quello diprocedimento amministrativo. Appare evidente come non siarinviabile un intervento legislativo che definisca laspecificita' ed unicita' del ruolo medico. L'indagine - e' ilcommento del Segretario Nazionale Anaao Assomed, CostantinoTroise - dimostra che abbiamo visto giusto quando negli ultimianni abbiamo posto con forza il problema della governance delleaziende sanitaria e nella contrapposizione tra logicheorganizzative e valori professionali una della cause principalidi una questione medica che certo viene da lontano, ma che daquesta crisi viene alimentata ed amplificata. Torna tra imedici, specie i piu' giovani particolarmente colpiti daglianni del blocco, il tema della retribuzione, a testimonianza diun impoverimento della categoria che non e' solo di potere diacquisto e livelli previdenziali, ma anche di formazione,sicurezza, investimenti in tecnologie e risorse umane. Occorreadoperarsi per portare la sanita' nella agenda del Governo econ essa i diritti del lavoro non scindibili da quelli deicittadini. Ripartire dal lavoro, nelle sue varie forme, e daisuoi contenuti per ricordare a chi governa che senza di noi nonesiste sanita' pubblica e financo la crociata contro glisprechi, esige la nostra partecipazione e la nostraprofessionalita'. (AGI).
ADV