Salute: Moige, boom alcol, fumo e gioco d'azzardo tra minori
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Salute: Moige, boom alcol, fumo e gioco d'azzardo tra minori

Salute: Moige, boom alcol, fumo e gioco d'azzardo tra minori

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(AGI) - Roma, 9 dic. - Fumano, bevono alcolici, giocano(d'azzardo), guardano pornografia. Il quadro dei giovanissimiitaliani e' allarmante: troppe cattive abitudini e adulticomplici e permissivi. E' l'emergenza educativa fotografatadall'indagine promossa dal Moige con l'Universita' Sapienza "Idivieti trasgrediti dai nostri figli" presentata questopomeriggio al Senato, sala ISMA. La ricerca, curata da AnnaMaria Giannini, docente della facolta' di Psicologiadell'Universita' "Sapienza" di Roma, analizza i principalicomportamenti "a rischio" tra i minori. Il consumo di bevandealcoliche, si legge nel rapporto, e' un fenomeno largamentediffuso tra i giovani: 2 su 3 dichiarano di aver bevuto almenouna volta. La percentuale arriva all'86,5% tra gli studenti discuola superiore e, tra questi, 1 su 2 afferma di bere"abitualmente" o perlomeno "in diverse occasioni". Tra i ragazzi di scuola media le percentuali di trasgressorisono dimezzate (45,6%), ma pur sempre allarmanti. Anche sulversante della quantita' 1 studente di superiori su 4 affermadi aver bevuto, negli ultimi 3 mesi, almeno 4 bicchieri dialcolici ogni qualvolta se ne sia presentata l'occasione,legittimando la stessa percentuale di coloro che, nel medesimoarco temporale, si sono ubriacati almeno una volta. Solo 6intervistati su 10 conoscono il divieto di vendita alcolici aminori di 18 anni. Non va meglio sul fronte del fumo: il 40%dichiara di aver provato almeno una sigaretta. Allarmante il17,3% degli studenti di scuola superiore che afferma di avernefumate almeno un pacchetto al giorno e il 53,2% di studenti discuola media che affermano di fumare quotidianamente fino a 5sigarette. Per il 75% di coloro che hanno provato, la primasigaretta e' arrivata tra i 12 e i 15 anni. I ragazziniitaliani, inoltre, giocano, e tanto. Negli ultimi 12 mesi tragli studenti di scuola superiore 1 su 4 ha giocato almeno unavolta presso punti vendita, mentre tra i piu' giovani (11-13anni) la percentuale dei giocatori scende al 10,3%. Online ildato decresce sino al 16% per gli studenti delle superiori e al7,6% per quelli di scuola media. Sul web e nei punti vendita igiochi piu' praticati sono le scommesse sportive (30%). Unaspetto positivo e' correlato alla conoscenza della legge daparte di 8 intervistati su 10. Grave e preoccupante che 1giovane su 2 dichiari di non aver mai ricevuto richieste diverifica dell'eta' da parte del personale del punto gioco; suInternet questa istanza manca del tutto nel 20% dei casi.Infine la pornografia: gli studenti piu' giovani sidifferenziano in maniera evidente da quelli piu' grandi. Invalori percentuali la visione di immagini porno, che neiragazzi tra gli 11 e i 13 anni si attesta al 32%, e' quasiraddoppiata se prendiamo in considerazione gli studenti discuola superiore (58,8%). La stessa tendenza si verifica anchecon i video con percentuali che balzano dal 30,5% tra i piu'piccoli al 58,6% dei piu' grandi. Un exploit correlatoall'eta', ma non al sesso degli intervistati, che sono in ognicaso prevalentemente maschi. La fruizione del porno avviene dasoli o con amici della stessa eta', attraverso tablet etelefonino (40,5% per le immagini, 36% per i filmati) o da casaattraverso un pc (29,6% per le immagini, 34,5% per i video).Negli ultimi 12 mesi inoltre circa il 30% degli studenti chehanno visto immagini o video porno, di entrambi i livelliscolastici, dichiara di averlo fatto con una certa frequenza(spesso o molto spesso). "Unitamente al ruolo educativo deigenitori - commenta la presidente del Moige Maria Rita Munizzi- la diffusione di questi comportamenti trasgressivi imponealla societa' civile, ai fornitori e alle istituzioni unamaggiore responsabilita'. Nei settori dove esiste una legge e'necessaria la collaborazione di venditori e provider perimpedire l'acquisto e la fruizione da parte dei minori dialcol, fumo, giochi con vincite in denaro e pornografia.Ilmessaggio forte che emerge dall'indagine e' il crollo delparadigma del "Vietato vietare". Questa idea educativa, perdecenni in voga e' smentita dai dati che evidenziano, comenelle famiglie fondate su regole chiare e decisi "no", i figlisiano meno portati a comportamenti a rischio. Noi genitoriabbiamo bisogno del contributo di tutti e non possiamo esserelasciati soli in questa importante sfida educativa". .
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