Roma - Un laser precisissimo che in 25 minuti, a livello ambulatoriale, riduce le cellule adipose. Iniezioni di plasma per favorire la ricrescita dei capelli. E ancora, l'autotrapianto di grasso, le radiofrequenze per rendere piu' sodi i tessuti, luci a led contro la calvizie. Sono le nuove frontiere della medicina estetica, sempre piu' prevalente rispetto alla chirurgia, e in grado di offrire a milioni di pazienti interventi mirati, indolori, senza effetti collaterali e soprattutto efficaci. Se ne parlera' il prossimo 13 ottobre al Circolo Antico Tiro a Volo di Roma, nel corso dell'evento 'Bac: bellezza e salute' promosso dal centro di chirurgia plastica e medicina estetica Bac, fondato e diretto dal prof. Roberto Bracaglia. "Nel nostro centro - spiega Bracaglia - applichiamo le piu' recenti novita' tecnologiche. Punta di diamante e' il laser a 1060 nanometri, di brevetto americano, che per primi abbiamo portato in Italia. Consente di attraversare la cute innalzando selettivamente la temperatura del tessuto adiposo sottostante fino a 47 gradi. In 25 minuti si innesca cosi' un processo di regressione delle cellule adipose sottocutanee, e nelle settimane successive si ottiene una riduzione fino a 3 centimetri di profondita'. Il tutto senza intervento chirurgico, senza anestesia".
E' tutto il settore, spiega Bracaglia, che va verso una riduzione sempre piu' consistente della quota "chirurgica", per privilegiare gli interventi meno invasivi. "Secondo i dati Aicpe - spiega - nel 2014 su un totale di oltre un milione di prestazioni, il 76% erano non chirurgiche". In questa direzione vanno anche le nuove tecniche a radiofrequenze, "che consentono di compattare i tessuti in braccia, mento, e via dicendo, rendendo la pelle piu' tonica". Cosi' come il laser frazionato, "che stimola intensamente la pelle molto in profondita', creando un buco del diametro di meno di un millimetro e stimolando cosi' il derma a ricrearsi e a ricompattare tutta l'area". Nuove frontiere anche contro la calvizie: "Abbiamo la stimolazione dei bulbi con il plasma: si fanno punture del plasma del paziente ricco di piastrine, e questo riesce a impedire l'atrofia dei bulbi e anche la ricrescita di bulbi gia' atrofizzati, con ottimi risultati in buona parte dei pazienti". Da tempo, infine, si pratica il trapianto autologo di grasso: puo' servire per rimodellare un volto scavato, ma anche in certi casi per "ringiovanire" il seno senza ricorrere a protesi in silicone. Una pratica che ormai si colloca al terzo posto tra quelle piu' richieste in Italia, dopo la mastoplastica additiva e la blefaroplastica, con il sorpasso sulla rinoplastica ormai in calo. (AGI)