Salute: in Italia no disparita' in cura diabete tra uomo e donna
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Salute: in Italia no disparita' in cura diabete tra uomo e donna

Salute: in Italia no disparita' in cura diabete tra uomo e donna

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(AGI) - Milano, 5 mar. - In Italia non c'e' nessuna disparita'tra uomo e donna nel trattamento e nella qualita' di curaerogata per il diabete di tipo 1. Questo il quadro emerso dalrapporto 'Le differenze di genere nel diabete di tipo 1',realizzato dal Gruppo Donna Amd - Associazione medicidiabetologi - e presentato questa mattina al Circolo dellaStampa di Milano. Il diabete di tipo 1 e' una patologia cronicae autoimmune, che insorge quando il pancreas non e' piu' ingrado di produrre insulina. Il rapporto e' il primo interamentededicato alle differenze uomo-donna nella popolazione condiabete di tipo 1 seguita da 320 centri di diabetologia ditutta Italia (il 50% di quelli attivi a livello nazionale). Laricerca si basa sulla piu' ampia casistica mai utilizzata perquesta forma di diabete: 28.802 pazienti (10% circa dellepersone con diabete tipo 1 stimate dal ministero della Salutein Italia), di cui 13.094 donne e 15.708 uomini. Efficacia eparita' di trattamento tra uomo e donna sono state dimostrateattraverso specifici indicatori che permettono di valutare ilprocesso di assistenza alla persona. Dunque non emergonodifferenze significative di genere per quello che riguarda lapercentuale di pazienti che effettuano almeno una misurazionedell'emoglobina glicata all'anno (90%). Anche sugli indicatoricorrelati con il profilo di rischio cardiovascolare, il 70% deipazienti di entrambi di sessi ha effettuato un controlloannuale del profilo lipidico e di quello pressorio. Lo stessopuo' dirsi per l'esame del fundus oculi per la valutazionedella retinopatia, effettuato nel 60% dei casi sia dagli uominiche dalle donne, e per lo screening per la microalbuminuria(che valuta il danno renale) con percentuali di rilevazioniattorno al 50%. Il controllo del piede diabetico, invece,rappresenta un aspetto critico dell'assistenza, visto che e'effettuato da meno di un quinto dei pazienti di entrambi isessi. Anche per quanto riguarda la qualita' della curacomplessiva del diabete di tipo 1, le percentuali di pazientimaschi e femmine sono sovrapponibili. Il metro di misura e' loscore Q, che varia da 0 a 40 e si calcola assegnando unpunteggio agli interventi assistenziali. Un punteggio superiorea 25 significa che la qualita' di cura o assistenza e' in lineao superiore agli standard attesi; tra 25 e 15 il rischio dicomplicanze della malattia aumenta del 20% e sotto 15 ilrischio cresce dell'80%. In oltre il 40% dei casi, sia degliuomini che delle donne, e' stato rilevato un elevato score Q(superiore a 25); solo in meno dell'8% di entrambi i sessi e'presente uno score Q inferiore a 15. Nel rapporto, pero',emerge anche una differenza sostanziale tra uomini e donne.Solo un quinto di queste ultime, infatti, raggiunge uncontrollo metabolico adeguato (emoglobina gliacata inferiore al7%), contro un quarto degli uomini. "Il succedersi di puberta',gravidanza, eta' menopausale con le variazioni ormonaliconnesse puo' spiegare la maggiore variabilita' del compensometabolico nelle donne", ha spiegato la coordinatrice delGruppo Donna Amd, Valeria Manicardi. Da parte sua, ilpresidente Amd Antonio Ceriello ha sottolineato: "I risultatiche emergono dal documento sono in controtendenza rispetto alresto del mondo e alla letteratura dove si riscontranodifferenze nel trattamento tra i due sessi e nella qualita' dicura erogata". (AGI).
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