Roma - Dati sempre piu' convincenti evidenziano che una dieta appropriata puo' avere un ruolo nella gestione dei disturbi psichiatrici e, quindi, anche nella prevenzione dei suicidi. E' di questo che si parlera' il 13 e 14 settembre all'incontro che si terra' presso l'aula magna del Rettorato dell'Un'versita' Sapienza di Roma. L'evento e' curato da Maurizio Pompili, vice-Presidente della International Association for Suicide Prevention (Iasp) e responsabile del Servizio per la Prevenzione del suicidio presso l'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea-Sapienza Universita' di Roma, in collaborazione con la Fondazione internazionale Menarini. I meccanismi attraverso i quali la nutrizione puo' impattare sulla salute mentale sono vari e oggi sempre piu' studiati dalla psichiatria. Infatti, educare la popolazione e i pazienti e' importante per promuovere e migliorare il benessere psicologico. In questo ambito, secondo gli esperti, i cosiddetti nutraceutici, ossia formulazioni che combinano la nutrizione e la farmacologia hanno il potenziale per contribuire alla gestione dei disturbi mentali. Molti nutrienti hanno un chiaro collegamento con la salute del cervello, tra cui: omega-3, vitamine del gruppo B (in particolare acido folico e B12), la colina, ferro, zinco, magnesio, S-adenosilmetionina (SAMe), la vitamina D, e amminoacidi. "Il cervello - ha spiegato Pompili - opera a un alto tasso metabolico e utilizza una grossa quota di energia e nutrienti. Le abitudini alimentari influiscono sul funzionamento del sistema immunitario che incide sul rischio di depressione. Le difese antiossidanti, coinvolte nelle patologie mentali, utilizzano cofattori nutrienti". Secondo gli esperti, questo tema e' fondamentale anche nell'affrontare il suicidio. (AGI)