I computer hanno imparato a bluffare. Per la prima volta battono l'uomo a poker

Un algoritmo sbaraglia quattro campioni. Per l'intelligenza artificiale è una vera rivoluzione.

I computer hanno imparato a bluffare. Per la prima volta battono l'uomo a poker
 Libratus poker 

Ormai da anni i computer sfidano, e vincono, l'uomo a scacchi, a dama e perfino a go, considerato il più difficile gioco da tavolo della storia. Solo il poker sembrava rimasto al di fuori della portata delle macchine. Fattori come il bluff e la gestione della tensione psicologica apparivano impossibili da cogliere per un algoritmo. Almeno fino all'avvento di Libratus, il programma di intelligenza artificiale sviluppato dalla Carnegie Mellon University che, in un torneo maratona di venti giorni terminato martedì scorso, è riuscito a battere quattro dei più dotati giocatori professionisti di poker del mondo, vincendo complessivamente 1,7 milioni di dollari. Si tratta di una tappa destinata a fare la storia dell'intelligenza artificiale: Libratus è in grado di scoprire i bluff e di comprendere quando l'avversario a sotto pressione. E, a differenza degli uomini, non avverte emozioni come la paura, lo stress o la stanchezza.

"È solo l'inizio"

"ll computer non può vincere a poker se non può bluffare", ha spiegato al Telegraph Frank Pfenning, presidente del Dipartimento di Scienze Informatiche dell'ateneo, "sviluppare un'intelligenza artificiale che possa farlo con successo è un incredibile passo in avanti dal punto di vista scientifico e ha numerose applicazioni. Immaginate che un giorno il vostro smartphone diventi capace di negoziare il prezzo di un'auto nuovo per conto vostro. È solo l'inizio". "Fu a metà della gara che compresi che non ne sarei uscito", ha confessato Dong Kim, uno dei quattro giocatori che hanno sfidato Libratus. Kim nel 2015 aveva partecipato a un altro torneo contro una macchina sviluppata dalla Carnegie Mellon University, Claudico, che però perse 700 mila dollari dopo 80 mila mani contro i suoi avversari in carne e ossa. "Libratus ha meno bug nell'algoritmo", ha osservato Kim, "sbaragliammo Claudico a colpi di bluff ma questa volta mi ero reso conto che sarebbe finita nella maniera opposta". A rendere Libratus capace di bluffare a sua volta è stato l'autoapprendimento. "Non lo abbiamo istruito su come giocare a poker ma solo sulle regole, e poi gli abbiamo chiesto di imparare da solo", ha spiegato al Guardian il dottorando Noam Brown, uno dei due "papà" di Libratus. Il bot aveva quindi iniziato a giocare a casaccio ma, dopo miliardi di mani e migliaia di aggiornamenti del software, ha finito per sviluppare un proprio stile di gioco e una propria strategia per vincere, esattamente come un essere umano. 

"Ormai l'uomo è stato superato"

Secondo la teoria dei giochi, il poker, a differenza degli scacchi, è un "gioco a informazione imperfetta", ovvero che prevede variabili non calcolabili, su tutte i comportamenti umani, ed era pertanto considerato a prova di algoritmo. Ora non è più così: l'intelligenza artificiale sta rompendo l'ultimo argine, diventando capace di leggere nella mente dell'uomo. Mettendo da parte le suggestioni fantascientifiche e le inquietudini distopiche, le potenzialità di questa rivoluzione sono incalcolabili. "La capacità della migliore intelligenza artificiale di ragionare in maniera strategica sulla base di informazioni imperfette ha ormai superato quella dei migliori esseri umani", ha dichiarato Tuomas Sandholm, il docente della Carnegie Mellon University che ha creato Libratus insieme a Brown. L'informatico ha raccontato di aver ricevuto, subito dopo la fine del torneo, richieste da aziende di tutto il mondo che domandano di poter utilizzare l'algoritmo di Libratus per la risoluzione di problemi: "Libratus può essere utilizzato in ogni situazione dove le informazioni sono incomplete, comprese le trattative di affari, la strategia militare, la sicurezza informatica e le cure mediche".