Dal 21 settembre un cavo di fibra ottica lungo 6.600 chilometri unisce Virginia Beach, negli Stati Uniti a Bilbao, in Spagna. Il collegamento, che al momento è il più potente segmento sottomarino per le telecomunicazioni esistente, è stato realizzato grazie a una collaborazione tra Facebook e Microsoft. Con questo investimento la casa madre di Windows punta a offrire una connessione più stabile e veloce per servizi come Azure, Bing e Xbox Live, mentre il social network potrebbe voler potenziare il trasferimento dei dati dei suoi due miliardi di utenti, oltre a rendere più veloci WhatsApp e Instagram.
Marea, un cavo da 160 Tbps/sec
Il cavo è stato chiamato Marea e la sua realizzazione, dichiara Microsoft, ha richiesto solo un anno dal momento della progettazione, iniziato ad agosto del 2016, fino alla messa in posa terminata questo settembre. Composto da sei fili di fibra ottica - lo spessore complessivo è più o meno quello di un tubo da giardino - Marea è capace di trasmettere 160 terabit (Tbps) al secondo, equivalenti a 20 terabyte. Per capirci, 71 milioni di video in streaming in alta definizione simultaneamente. Il collegamento nell’attraversare l’Atlantico arriva nel suo punto di maggiore profondità a oltre 3350 metri sotto il livello del mare, e quando sarà attivo, all’inizio del 2018, sarà capace di trasmettere a una velocità sedici milioni di volte superiore alla media di una connessione domestica.
Mappa interattiva dei cavi in fibra ottica
(fonte: telegeography.com)
L'importanza di avere strutture proprietarie
Il tasso di crescita della capacità di Internet è diminuito progressivamente negli ultimi anni, stabilizzandosi intorno al 30%. Tuttavia, tra il 2013 e il 2017, la capacità internazionale di internet è stata aumentata di 196 Tbps, portandola a livello globale a 295 Tbps. Michele Pietravalle, direttore tecnico di 4ISP e Sardegna Internet eXchange, aziende che si occupano di telecomunicazioni e che beneficiano del potenziamento globale della rete in fibra ottica, ha spiegato ad Agi: “Con l’aumento esponenziale di dati scambiati, poter contare su infrastrutture proprietarie diventa sempre più importante. Le comunicazioni tra diversi operatori e aree geografiche avvengono negli Internet eXchange, luoghi neutrali dove i vari operatori si incontrano per scambiare il traffico destinato all’esterno della propria rete”.
#MSFT partners w/ broadband provider #Telefónica to lay Marea—a private trans-Atlantic fiber cable. Read via @BW: https://t.co/wwsrRo76xa pic.twitter.com/8PqpGAE8o6
— Microsoft Azure (@Azure) November 2, 2016
Investiti 9,2 miliardi in due anni
Spesso il traffico in questi punti di contatto passa su infrastrutture non di proprietà dell’operatore, comportando vari rischi. Il guasto a un singolo cavo per esempio potrebbe causare l’interruzione del servizio, come nei casi denunciati dal consorzio responsabile dei collegamenti in fibra ottica tra la Sardegna e la penisola, che vengono continuamente danneggiati dalle reti dei pescatori. Ma possono verificarsi anche congestionamenti del traffico o furti di informazione da parte del proprietario del mezzo fisico. “Per rimediare a questi rischi alcune società tentano di dotarsi di una propria infrastruttura”, spiega Pietravalle. “Ma se la posa di una nuova fibra ottica tra Francoforte e Amsterdam ormai non fa più scalpore, quando si parla di fibre sottomarine transoceaniche la questione è ben diversa. Le cifre in gioco sono ben più alte e si tende a utilizzare percorsi già noti e collaudati”. Secondo la Submarine Telecoms Forum, nel 2016 sono stati posizionati 100mila chilometri di fibra ottica, contro i 16mila del 2015. Secondo TeleGeography tra il 2016 e il 2018 saranno investiti 9.2 miliardi di dollari.