Imprese: multinazionali italiane in 160 Paesi con 1, 7 mln occupati
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Imprese: multinazionali italiane in 160 Paesi con 1, 7 mln occupati

Imprese: multinazionali italiane in 160 Paesi con 1, 7 mln occupati

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(AGI) - Roma, 15 dic. - Nel 2012 la presenza dellemultinazionali italiane all'estero si conferma rilevante egeograficamente diffusa: 21.830 controllate in 160 paesiimpiegano oltre 1,7 milioni di addetti e fatturano 546 miliardidi euro. Lo rileva l'Istat. Rispetto al 2011, il numero delleaffiliate italiane all'estero risulta solo di poco aumentato(+148 unita'), mentre si rileva un'espansione in termini diaddetti (+3,3%), di fatturato (+7,1%) e, con l'esclusione delleattivita' finanziarie e assicurative, di fatturato al netto diacquisti in beni e servizi (+5,7%). Nel biennio 2013-2014, notal'Istat, si conferma la tendenza verso una crescenteinternazionalizzazione del sistema produttivo italiano,trainata dai principali gruppi multinazionali e piu' accentuatanei servizi (il 63,5% ha dichiarato di avere realizzato oprogrammato nuovi investimenti all'estero) che nell'industria(54,1%). E' rilevante anche il ruolo dei gruppi multinazionalidi medio-grande dimensione nell'attivazione di nuoviinvestimenti (27,0% nell'industria e 24,7% nei servizi).Nel 2012 le multinazionali italiane, al netto dei servizifinanziari, realizzano all'estero un fatturato pari al 14,8% diquello complessivamente prodotto dalle imprese residenti inItalia, quota che sale al 18,1% al netto degli acquisti di benie servizi. I settori piu' internazionalizzati sono l'estrazionedi minerali da cave e miniere, la fabbricazione di autoveicoli,la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e lafornitura di energia elettrica e gas. Le affiliate italianeall'estero destinano circa un quarto del loro fatturato allevendite su mercati diversi dal paese di localizzazione. E'considerevole la quota di fatturato esportato verso l'Italia daparte delle controllate italiane all'estero attive nei settoritradizionali del Made in Italy: industrie tessili e confezionedi articoli di abbigliamento (51,2%), fabbricazione di articoliin pelle (42,2%) e fabbricazione di mobili e altre industriemanifatturiere (24,9%). In termini di addetti, gli Stati Unitisono il principale paese di localizzazione sia delle attivita'industriali (quasi 124 mila) sia dei servizi (quasi 102 mila). Le imprese a controllo italiano sostengono in Cina, India eRomania un costo del lavoro molto contenuto, pari a meno di unquinto di quello medio italiano, ma in crescita rispetto al2011. Nel periodo 2013-2014, sia nell'industria sia nei servizila principale motivazione per realizzare nuovi investimentiall'estero e' l'accesso a nuovi mercati. La riduzione del costodel lavoro e' al terzo posto nell'industria, precedutadall'aumento della qualita' e sviluppo di nuovi prodotti.L'obiettivo primario dei nuovi investimenti e' la produzioneall'estero di merci e servizi, ma anche la distribuzione elogistica e il marketing, vendite e servizi post vendita hannoun ruolo importante nelle scelte delle multinazionali sianell'industria sia nei servizi. Nel 2012, il grado diinternazionalizzazione attiva e' pari al 17,6% nell'industria(+1,1 punti percentuali rispetto al 2011) e al 6,8% nei servizi(+0,2 punti percentuali) con una differenza assoluta di oltredieci punti percentuali fra i due comparti. In terminiassoluti, le controllate italiane all'estero attive nei servizinon finanziari (11.810 imprese) sono piu' numerose di quelleattive nell'industria (8.433 imprese). Tuttavia, le affiliateestere industriali hanno maggiore rilevanza economica, poiche'impiegano oltre un milione di addetti e realizzano quasi 300miliardi di fatturato, di cui circa 80 miliardi al netto degliacquisti di beni e servizi. Nel 2012, si rilevano significativiincrementi rispetto al 2011 nella fabbricazione di autoveicoli,rimorchi e semirimorchi (+10,9% in termini di addetti, +11,0%del fatturato e +14,1% al netto degli acquisti di beni eservizi) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materieplastiche (+12,9% di addetti, +6,6% di fatturato e +35,5% alnetto degli acquisti di beni e servizi); in quest'ultimo caso aseguito di importanti acquisizioni all'estero da parte dimultinazionali italiane.I settori industriali che presentano il piu' elevato grado diinternazionalizzazione attiva sono l'estrazione di minerali dacave e miniere, la fabbricazione di autoveicoli, rimorchi esemirimorchi, la fabbricazione di articoli in gomma e materieplastiche, la fornitura di energia elettrica, gas, vapore earia condizionata e la fabbricazione di prodotti farmaceuticidi base e preparati farmaceutici. Il grado diinternazionalizzazione attiva nei servizi e' relativamente piu'elevato nelle attivita' finanziarie e assicurative, piu'contenuto ma ancora rilevante nei servizi di informazione ecomunicazione, nelle attivita' immobiliari, nel noleggio, nelleagenzie di viaggio, nei servizi alle imprese, e nel commercioall'ingrosso e al dettaglio. Controllate estere molto piu'grandi delle imprese residenti La dimensione media dellecontrollate italiane all'estero e' piuttosto consistente (80,3addetti), soprattutto se confrontata con quella delle impreseresidenti in Italia (3,8 addetti). Questo aspetto emerge siaper l'industria (119,1 addetti all'estero rispetto a 5,6 inItalia) sia per i servizi (55,9 addetti all'estero rispetto a3,2 in Italia). Nell'ambito della manifattura, le differenzemaggiori in termini di dimensione media tra le impreseresidenti in Italia e quelle residenti all'estero (a favore diqueste ultime), si riscontrano nella fabbricazione di mobili ealtre industrie manifatturiere, nelle industrie tessili econfezione di articoli di abbigliamento, di articoli in pelle epelliccia. Unica eccezione la fabbricazione di prodottifarmaceutici di base e preparati farmaceutici, settore in cuile imprese residenti in Italia sono piu' grandi delle affiliateestere specializzate nello stesso settore (quasi 132,8 addetticontro quasi 114,1). Analizzando la destinazione geografica delfatturato realizzato all'estero dalle imprese multinazionali siregistrano quote rilevanti di fatturato esportato versol'Italia nei settori tradizionali del Made in Italy: industrietessili e confezione di articoli di abbigliamento, di articoliin pelle e pelliccia (51,2%), fabbricazione di articoli inpelle e simili (42,2%) e fabbricazione di mobili e altreindustrie manifatturiere (24,9%). Quote importanti di fatturatodestinate al paese estero in cui e' realizzata la produzione siregistrano nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi esemirimorchi (80%) e nella fabbricazione di apparecchiatureelettriche e per uso domestico non elettriche (78,5%). Siconferma una presenza diffusa e diversificata all'estero dellemultinazionali italiane tanto nell'industria quanto neiservizi.Gli Sati Uniti sono il principale paese di localizzazione siaper le attivita' industriali sia per la produzione di servizi(rispettivamente quasi 124 mila addetti e circa 102 mila). Perl'industria, seguono la Romania - con oltre 89 mila addetti - eil Brasile - con oltre 88 mila - mentre per i servizi seguonola Germania (quasi 74 mila) e la Spagna (oltre 41 mila).Nell'analisi per area geografica, l'Unione europea (Ue27) siconferma la principale area di localizzazione dellemultinazionali italiane all'estero, con il 57,9% delle imprese,il 41,5% degli addetti e il 53,9% del fatturato, di cui il42,3% al netto degli acquisti di beni e servizi realizzatiall'estero. Unica eccezione la Ricerca e Sviluppo, che vede ilNord America al primo posto con il 59,0% della spesacomplessiva realizzata all'estero da multinazionali italiane.Le imprese specializzate nei settori tipici del Made in Italysi concentrano in Romania (quasi 47 mila addetti), in Cina(oltre 14 mila addetti), nello Sri Lanka (oltre 11 milaaddetti) e in Serbia (quasi 7 mila addetti). La localizzazionedelle imprese specializzate nella meccanica strumentale e'concentrata in un numero limitato di paesi, tra cui spiccanoCina (oltre 22 mila addetti), Stati Uniti (quasi 20 milaaddetti), India (quasi 8 mila addetti) e Brasile (oltre 7 milaaddetti). Il costo del lavoro pro capite nelle affiliateitaliane all'estero e' contenuto in Cina e India (6,5 milaeuro), Romania (7 mila euro) e Federazione Russa (7,6 milaeuro), mentre e' elevato in Francia (56,8 mila euro), StatiUniti (50,8 mila euro) e Regno Unito (50,7 mila euro). Il 54,1%dei principali gruppi multinazionali italiani attivinell'industria e il 63,5% di quelli dei servizi hannodichiarato di aver realizzato o progettato per il biennio2013-2014 un nuovo investimento di controllo all'estero. Piu'contenuta, anche se rilevante, e' la propensioneall'investimento estero dei gruppi multinazionali dimedio-grande dimensione, con una quota pari al 27,0%nell'industria e al 24,7% nei servizi. Seguono i gruppimultinazionali di piccola dimensione, con una quota del 14,8%nell'industria e dell'11,0% nei servizi. La motivazioneprevalente alla base dei nuovi investimenti all'estero nelperiodo 2013-2014 e' la possibilita' di accedere a nuovimercati: lo dichiara l'85,7% dei gruppi multinazionali italianidell'industria e l'82,1% dei servizi. I gruppi industrialiritengono determinanti altri due fattori: aumento dellaqualita'/sviluppo di nuovi prodotti e riduzione del costo dellavoro, mentre i gruppi multinazionali attivi nei servizigiudicano importanti aumento della qualita'/sviluppo di nuoviprodotti e minori problemi di regolamentazione. (AGI).
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