(AGI) - Roma, 23 giu. - Anche l'Italia sta vivendo un vero "Rinascimento della ricerca", con investimenti aumentati del 15% negli ultimi due anni, domande di brevetto cresciute del 54% nel 2015 e piu' di 300 prodotti biotech in sviluppo. E' il messaggio che emerge dall'assemblea annuale di Farmindustria a Roma. I numeri parlano chiaro: nel 2015 gli investimenti in Ricerca nel Paese sono stati 1,4 miliardi (7% del totale in Italia), gli addetti hanno raggiunto quota 6.100 e le imprese hanno contribuito con 700 milioni agli studi clinici presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Una nuova fase si e' quindi aperta: secondo un'indagine di Bain & Company il 75% delle aziende e' intenzionato ad aumentare le spese in R&S nei prossimi anni e il 20% a confermarle. E si puo' fare ancora di piu'. Con regole certe, sottolineano le imprese del farmaco, l'Italia potrebbe diventare calamita di innovazione e hub europeo degli studi clinici. Perche' l'industria del farmaco tricolore puo' contare su vantaggi competitivi, a partire dalla qualita' delle risorse umane, passando per la grande capacita' di innovazione gia' presente nelle imprese con il modello 4.0.
"Il valore della R&S e' il valore della vita. Oggi siamo nell'eta' dell'oro dell'innovazione e non possiamo vivere come se fossimo in quella del bronzo", ha affermato afferma Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria. "Nella Ricerca l'Italia puo' essere leader come dimostra l'incremento degli investimenti e le eccellenze che si affermano a livello internazionale ad esempio nelle biotecnologie, nelle terapie avanzate, nei vaccini, negli emoderivati e negli studi clinici. E nella produzione conferma nel 2015 di essere un hub europeo a un'incollatura dal primo posto della Germania, con la possibilita' di superarla nel medio periodo. Un'industria "in salute" capace di competere a livello internazionale, che ha bisogno pero' di una nuova governance per garantire la sostenibilita' del sistema. Basta con ricette economicistiche basate su visioni a silos e spazio invece alla valutazione delle terapie in funzione dei risultati clinici e del costo complessivo della cura. E che dire dei risparmi per il SSN grazie ai farmaci innovativi che curano, migliorano la vita o guariscono completamente dalla malattia? Per una politica del farmaco orientata al futuro - conclude Scaccabarozzi - sono necessarie misure coraggiose come, ad esempio, prevedere che il miliardo e mezzo e piu' restituito dalle aziende con il payback sia investito per i farmaci innovativi". (AGI)
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