E-commerce: cresce del 24% annuo ma 92% Pmi italiane non lo usa
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E-commerce: cresce del 24% annuo ma 92% Pmi italiane non lo usa

E-commerce: cresce del 24% annuo ma 92% Pmi italiane non lo usa

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(AGI) - Roma, 1 ott. - L'acquisto online di prodotti in Italiacresceranno quest'anno del 24% in termini di volumi e del 15%in termini di valori eppure il 92% delle pmi non ha mai presoin considerazione l'utilizzo dell'e-commerce. E' quanto rivelauna ricerca Tns su un campione rappresentativo di 202 aziende,effettuata per conto di Confcommercio ed eBay, in occasionedella partnership siglata tra la confederazione e ilmarketplace. L'e-commerce in Italia - ha spiegato Claudio Raimondi,general manager di eBay Italia nel corso di una conferenzastampa - vale 15 miliardi, ma rappresenta solo il 4% delretail, contro il 12-16% che si registra in altri paesi europeicome Francia, Germania, Gran Bretagna. Le stime sono dicospicua crescita, considerando che negli ultimi sette anni,nonostante la crisi, il settore e' aumentato nel mondo al ritmodel 15% annuo. Nel 2014 eBay ha venduto in Italia 74 oggetti al minuto eraggiunto i 4,5 milioni di acquirenti attivi. Tra i comparticon ampi margini di crescita vi e' quello alimentare: nei primi6 mesi del 2015 il numero di prodotti venduti e' aumentato dicirca il 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente,con un prodotto venduto ogni 4 minuti. Eppure, l'88% delle pmiintervistate ritiene l'e-commerce poco o per nulla utile; il69% e' convinto che non porti ad un aumento del fatturato, il26% teme che possa essere rischioso per il proprio commerciotradizionale. Ed ancora, la maggioranza pensa che sia un canalecomplesso (72%), che necessiti di investimenti considerevoli(56%) ed adatto solo alle grandi aziende (43%). Un'impostazione che Confcommercio vuole modificare: "Oltrel'84% delle imprese fallite in questi anni non aveva competenzedigitali adeguate - ha sottolineato Alessandro Micheli,presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio - L'Italiadeve colmare un gap enorme. Non possiamo far finta che il mondonon cambi ma dobbiamo comprendere le nuove abitudini diacquisto dei consumatori". (AGI).
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