Elon Musk ce l'ha (di nuovo) con l'intelligenza artificiale. E usa (di nuovo) toni non certo rassicuranti. Intervistato per un documentario girato da Chris Paine, il fondatore di Tesla ha affermato che “l'intelligenza artificiale può diventare un dittatore immortale” dal quale “non sarà possibile scappare”. Se non altro perché, a differenza dei despoti umani, l'AI non invecchia e non va all'altro mondo.
Uno sterminio “senza rancore”
Non avendo princìpi, non serve (e forse non sarebbe corretto dire) che l'intelligenza artificiale sia “malvagia”. Semplicemente, dice Musk, “se avesse un obiettivo e l'umanità fosse un ostacolo, l'AI la distruggerebbe senza nemmeno pensarci. Senza rancore”, dice Musk. Per l'imprenditore, non si tratta di uno scenario remoto. Anzi. Per l'avvenire sembra non sembra sperare nel meglio ma nel meno peggio: “Il futuro meno spaventoso che riesco a immaginare – ha affermato - è quello in cui abbiamo almeno un'intelligenza artificiale democratizzata. Perché se una società o un piccolo gruppo di persone riuscisse a sviluppare una super-intelligenza digitale divina, potrebbe conquistare il mondo”.
La zuffa con Mark Zuckerberg
Non è certo la prima volta che Musk immagina un futuro distopico. Lo scorso luglio aveva affermato che tutti “dovrebbero essere preoccupati” dall'intelligenza artificiale. E che le macchine evolute potrebbero mettere a rischio l'esistenza del genere umano: “Io continuo a suonare l'allarme, ma non ci saranno reazioni fino a che i robot non scenderanno in strada e uccideranno le persone”. Un'opinione che aveva generato una zuffa social con Mark Zuckerberg. Il fondatore di Facebook aveva bollato le frasi di Musk come “negative e irresponsabili”. E Mr Tesla aveva risposto con la consueta umiltà, dicendo che il collega “aveva una comprensione dell'argomento limitata” (salvo poi beccarsi più o meno la stessa frecciata da Rodney Brooks, il fondatore del Computer Science and Artificial Intelligence Lab del Mit)
L'appello contro le armi autonome
Il concetto, simile sia per tono che per contenuto, è stato ribadito in diverse interviste e conversazioni su Twitter. Durante le quali Musk ha ipotizzato che, senza un legislazione “proattiva”, “l'intelligenza artificiale potrebbe causare la terza guerra mondiale”. Il motivo? Se a decidere un attacco sara l'AI anziché un capo di Stato, sarebbe “più probabile un attacco preventivo”. Perché il software non avrebbe remore morali ma calcolerebbe solo le probabilità di vincere. Ancora: niente princìpi, solo obiettivi da raggiungere. Senza rancore. Ecco perché una delle battaglie di Musk riguarda proprio l'uso dell'intelligenza artificiale in guerra. Lo scorso agosto è stato tra i 116 firmatari di una lettera indirizzata alle Nazioni Unite per chiedere il bando delle armi autonome.