di Nicola Graziani
Roma - Sette regole per difendersi da intrusioni o peggio nella propria vita digitale: le pubblica il New York Times, ricordando con un filo di polemica che "molti di quanti sono preoccupati dall'aumento della sorveglianza del governo americano e dalle sue agenzie hanno già preso i loro provvedimenti per rendere più inattaccabili le proprie comunicazioni". Ecco l'eptalogo:
1 - Ricorrere all'Encryption, vale a dire creare un proprio codice personale per mescolare cifre e lettere nei propri dati secondo un criterio di cui si è gli unici conoscitori. Questo rende i propri dati non inaccessibili, ma complica la vita a chi vuole entrarne in possesso. Se ciascuno le facesse, i tempi e le risorse necessarie alla sorveglianza telematica non desiderata si espanderebbero all'infinito.
2 - Proteggere il proprio hard drive con misure aggiuntive rispetto alla semplice password. Se il telefonino è sempre con te, e può essere seguito, è dal computer personale che vengono presi i maggiori dati. Esistono programmi già in commercio a riguardo.
3 - Imparare ad usare correttamente la password. Va cambiata costantemente, è chiaro, ma è bene ricorrere anche al trucco di metterne numerose sotto un'unica master password. Esistono a riguardo programmi di password managing. In ogni caso, il metodo del cambio ogni settimana o due resta il preferibile. Ma l'importante è mischiare sempre parole facili da ricordare e cifre.
4 - Proteggere l'e-mail e i propri account personali con un doppio livello di sicurezza. L'e-mail in particolare va protetta, perché contiene tutto: dai dati sanitari a quelli bancari.
5 - Usare ovunque un plug-in del browser chiamato https. La regola assicura l'accesso a siti web sicuri.
6 - Ricordare che il mode incognito non sempre è privato. Al contrario, lo è relativamente, anche se il browser sostiene il contrario.
7 - Usare motori di ricerca con una certa fantasia. Non esistono solo i soliti noti, ve ne sono di altrettanto buoni.
Segue quindi l'ottava regola, presentata come un bonus extra: coprire la webcam con del nastro isolante. Più privacy di così non si può. Anche se, certo, sembra un pò la rivincita della seconda rivoluzione industriale sulla quarta.