A 12 anni schiavi: tornano liberi i bambini del Lago Volta
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A 12 anni schiavi: tornano liberi i bambini del Lago Volta

A 12 anni schiavi: tornano liberi i bambini del Lago Volta

I più sfortunati invece, soprattutto ragazze, entrano in un'altra statistica, quella che conta le vittime della tratta di esseri umani. Documenti falsi alla mano, grazie all'aiuto di agenzie conniventi con gruppi criminali organizzati, partono alla volta dei Paesi del Golfo dove vengono sfruttati in lavori umili come "nuovi schiavi" o dove soffrono abusi sessuali e prostituzione coatta. 
@   Francesca Spinola I più sfortunati invece, soprattutto ragazze, entrano in un'altra statistica, quella che conta le vittime della tratta di esseri umani. Documenti falsi alla mano, grazie all'aiuto di agenzie conniventi con gruppi criminali organizzati, partono alla volta dei Paesi del Golfo dove vengono sfruttati in lavori umili come "nuovi schiavi" o dove soffrono abusi sessuali e prostituzione coatta. 
Nel Centro per la protezione dei bambini di Ashaiman, che i salesiani hanno aperto nel 2015 in questa vasta cittadina nel Sud del Ghana, alle porte della capitale Accra, ci sono 55 bambini fra i 7 e i 17 anni, 44 ragazzi e 7 ragazze. Sanno a malapena rispondere "Hi" in inglese, perché parlano solo Ewe, la lingua dell'etnia più diffusa nella Volta Region, la striscia di terra che si trova a Est del Lago Volta e a Ovest del Togo. 
@  Francesca Spinola Nel Centro per la protezione dei bambini di Ashaiman, che i salesiani hanno aperto nel 2015 in questa vasta cittadina nel Sud del Ghana, alle porte della capitale Accra, ci sono 55 bambini fra i 7 e i 17 anni, 44 ragazzi e 7 ragazze. Sanno a malapena rispondere "Hi" in inglese, perché parlano solo Ewe, la lingua dell'etnia più diffusa nella Volta Region, la striscia di terra che si trova a Est del Lago Volta e a Ovest del Togo. 
A portarli nel Centro aperto dai padri della congregazione di Don Bosco nel 2015, sono state le locali squadre di soccorso composte dalla polizia ghanese, in collaborazione con assistenti sociali di Ong come la International Justice Mission o la Free the slave. Entrambe impegnate nel combattere la schiavitù minorile, un fenomeno molto diffuso in alcune zone del paese, queste associazioni hanno monitorato l'area del Lago Volta giungendo alla conclusione, pubblicata in un report del 2015, che il 60% dei circa 800 bambini osservati potrebbero essere schiavi. Le loro condizioni di sfruttamento e malnutrizione, la pericolosità delle attività cui sono costretti e i continui casi di annegamento ne sono la dimostrazione.
@   Francesca Spinola A portarli nel Centro aperto dai padri della congregazione di Don Bosco nel 2015, sono state le locali squadre di soccorso composte dalla polizia ghanese, in collaborazione con assistenti sociali di Ong come la International Justice Mission o la Free the slave. Entrambe impegnate nel combattere la schiavitù minorile, un fenomeno molto diffuso in alcune zone del paese, queste associazioni hanno monitorato l'area del Lago Volta giungendo alla conclusione, pubblicata in un report del 2015, che il 60% dei circa 800 bambini osservati potrebbero essere schiavi. Le loro condizioni di sfruttamento e malnutrizione, la pericolosità delle attività cui sono costretti e i continui casi di annegamento ne sono la dimostrazione.
In Ghana, come in molti paesi africani, il traffico di bambini è una realtà diffusa. Le famiglie nei villaggi più remoti e poveri, quelli colpiti da fenomeni come la desertificazione e i cambiamenti climatici, dove l'economia di sussistenza non basta più, scelgono di affidare i loro figli a persone che promettono di occuparsene. Da quel momento in poi di tanti ragazzi non si sa più niente. Alcuni, i più fortunati, finiscono nelle maglie del "child labour", il lavoro minorile. 
@   Francesca Spinola In Ghana, come in molti paesi africani, il traffico di bambini è una realtà diffusa. Le famiglie nei villaggi più remoti e poveri, quelli colpiti da fenomeni come la desertificazione e i cambiamenti climatici, dove l'economia di sussistenza non basta più, scelgono di affidare i loro figli a persone che promettono di occuparsene. Da quel momento in poi di tanti ragazzi non si sa più niente. Alcuni, i più fortunati, finiscono nelle maglie del "child labour", il lavoro minorile. 
Accade così di trovare bambini di 6 o 7 anni che trasportano casse piene di farina sulla testa nei pressi di una fattoria di kassava, il locale tubero usato come base di ogni pasto o ragazzini chini sulle spiagge a svolgere chilometri di reti ingarbugliate per trarne i pesci rimasti incastrati fra le maglie o a trasportare ceste piene di crostacei dalle piroghe ai mercati. 
@   Francesca Spinola Accade così di trovare bambini di 6 o 7 anni che trasportano casse piene di farina sulla testa nei pressi di una fattoria di kassava, il locale tubero usato come base di ogni pasto o ragazzini chini sulle spiagge a svolgere chilometri di reti ingarbugliate per trarne i pesci rimasti incastrati fra le maglie o a trasportare ceste piene di crostacei dalle piroghe ai mercati. 
I più sfortunati invece, soprattutto ragazze, entrano in un'altra statistica, quella che conta le vittime della tratta di esseri umani. Documenti falsi alla mano, grazie all'aiuto di agenzie conniventi con gruppi criminali organizzati, partono alla volta dei Paesi del Golfo dove vengono sfruttati in lavori umili come "nuovi schiavi" o dove soffrono abusi sessuali e prostituzione coatta. 
@   Francesca Spinola I più sfortunati invece, soprattutto ragazze, entrano in un'altra statistica, quella che conta le vittime della tratta di esseri umani. Documenti falsi alla mano, grazie all'aiuto di agenzie conniventi con gruppi criminali organizzati, partono alla volta dei Paesi del Golfo dove vengono sfruttati in lavori umili come "nuovi schiavi" o dove soffrono abusi sessuali e prostituzione coatta. 
Nel Centro per la protezione dei bambini di Ashaiman, che i salesiani hanno aperto nel 2015 in questa vasta cittadina nel Sud del Ghana, alle porte della capitale Accra, ci sono 55 bambini fra i 7 e i 17 anni, 44 ragazzi e 7 ragazze. Sanno a malapena rispondere "Hi" in inglese, perché parlano solo Ewe, la lingua dell'etnia più diffusa nella Volta Region, la striscia di terra che si trova a Est del Lago Volta e a Ovest del Togo. 
@  Francesca Spinola Nel Centro per la protezione dei bambini di Ashaiman, che i salesiani hanno aperto nel 2015 in questa vasta cittadina nel Sud del Ghana, alle porte della capitale Accra, ci sono 55 bambini fra i 7 e i 17 anni, 44 ragazzi e 7 ragazze. Sanno a malapena rispondere "Hi" in inglese, perché parlano solo Ewe, la lingua dell'etnia più diffusa nella Volta Region, la striscia di terra che si trova a Est del Lago Volta e a Ovest del Togo. 
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