Le Femen hanno manifestato contro la retrospettiva dedicata dalla Cinemateca di Parigi a Roman Polanski, accusato da diverse donne di aggressione sessuale. L'84enne regista franco-polacco è arrivato nella capitale francese per presentare il suo ultimo film "Dopo una storia vera" e partecipare all'inaugurazione della mostra che celebra i suoi lavori.
Al grido di "apprezzare un artista non significa far passare sotto silenzio i suoi crimini", un gruppo di attiviste si è presentato all'appuntamento. Tra di loro, due Femen a seno nudo e con la scritta sul petto "pedocriminale molto importante", hanno fatto irruzione nella Cinemateca, urlando "nessun onore per gli stupratori".
Dopo lo scandalo scoppiato per la valanga di accuse sessuali piovute sul produttore di Hollywood, Harvey Weinstein, e le nuove accusa lanciate contro lo stesso Polanski, è cresciuta l'indignazione delle manifestanti. "Il tempo del silenzio è finito, li perseguiteremo, la paura e l'onta deve cambiare campo", ha affermato Inna Shevchenko, una delle due Femen, ironizzando che "se violentare è un arte, date a Polanski tutti i Cesar".
Le attiviste hanno chiesto a lungo alla Cinemateca di ritirare la retrospettiva, ma l'istituzione francese si è rifiutata rivendicando la "sua tradizione d'indipendenza". Come ha spiegato il regista Costa-Gravas, presidente della Cinemateca, "non ci abbiamo pensato un secondo a rinunciare a questa retrospettiva sotto la pressione di non so quali circostanze esterne alla Cinemateca e a Roman Polanski". "Noi siamo persuasi che i suoi film sono piu' che mai indispensabili per la nostra comprensione del mondo e del cinema. Non siamo pronti a privarcene", ha aggiunto. Anche il ministro della Cultura, Francoise Nyssen, si era già rifiutata nei giorni scorsi di prendere le distanze, ricordando che "si tratta di un'opera, non dell'uomo, non condannerò un'opera".