Ecco The Call 2018. Il Calendario Pirelli firmato da Tim Walker presentato a New York

  • Naomi Campbell and Sean Diddy Combs 
  • Rupaul and Dijmon 
  • Whoopi Goldberg and Thando 
  • Duckie Thot 
10 novembre 2017,17:32

È un sogno ad occhi aperti The Cal 2018, il Calendario Pirelli firmato dal fotografo Tim Walker e presentato oggi a New York. Un racconto onirico - cristallizzato in scatti che emanano vita e movimento - ispirato al surreale mondo dei sogni creato dallo scrittore inglese Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Dodgson, scrittore, matematico e fotografo, Daresbury 1832 – Guildford 1898) nella sua opera più celebre: “Alice nel Paese delle Meraviglie” (Alice in Wonderland, 1865).

Dodici i capitoli del libro, dodici i mesi dell’anno, dodici i tableau vivant creati dal colto e fantasioso quarantasettenne fotografo inglese che ha dato corpo e vita reale ai protagonisti del racconto: Duckie Thot, top model sudanese-australiana, è Alice, mentre il ruolo dei tagliatori di teste agli ordini delle Regina è affidato al rapper Sean “Diddy” Combs (Puff Daddy) e a Naomi Campbell, che nel suo quarto Calendario Pirelli appare in caschetto nero e latex; e poi ancora l’attrice premio oscar Lupita Nyong’o nei panni del Ghiro, Adwoa Aboah, modella e attivista che impersona Pancopinco; l’attrice Whoopi Goldberg nell’interpretazione della Duchessa, mentre la modella Slick Woods veste i panni dell’enigmatico Cappellaio Matto. In tutto diciassette personaggi di colore, scelta artistica quanto politica, provenienti dal mondo della moda, della musica, del cinema e dell’universo underground, che richiamano i fantastici protagonisti del racconto attraverso una interpretazione che volutamente evita di riproporre la fiaba.

Tim Walker, abilissimo nel sintetizzare in uno scatto la visione fantasiosa e stravagante del racconto magico, fa di questo 45° Calendario Pirelli un sogno ad occhi aperti. Una operazione che ribalta la prospettiva narrativa di Carroll: “Restò così seduta, con gli occhi chiusi, e quasi credeva anche lei di trovarsi nel Paese delle Meraviglie. Eppure sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia delle persone grandi”, recita la fiaba. Anche gli adulti hanno bisogno di fantasia – pare invece suggerire il fotografo – per fuggire dalla realtà quotidiana, pressantemente operosa, a volte difficile, altre inquietante fino a risultare insostenibile. Ma il sogno di Walker-Alice, fatto di persone vere, è vissuto ad occhi aperti e scompare appena l’attenzione si focalizzi altrove.

Un racconto per immagini che non pretende di spiegare tutto, al contrario lascia la mente libera di costruire molteplici percorsi di lettura e di senso. In Alice c’è un sogno lungo che, come tutti i sogni, si presta a più interpretazioni: l’arroganza pacchiana e ingiustificata del potere, la confusione e la paura di crescere, la presa di coscienza, i riti di passaggio che ci trasformano e rendono il “potere” dei grandi sempre più piccolo fino a scomparire. Perché tutto si trasforma, nelle fiabe come nella vita. Lo diceva, da poeta, Eugenio Montale: “codesto solo oggi possiamo dirti, / ciò che non siamo / ciò che non vogliamo” (Ossi di Seppia, 1925). Versi non così diversi dalla risposta che Alice dà alla inquisitoria domanda del Bruco: “E tu chi sei?”.  “Io… io non lo so, per il momento, signore… - è la risposta - al massimo potrei dire chi ero quando mi sono alzata stamattina, ma da allora ci sono stati parecchi cambiamenti”.

Nato nel 1963, il Calendario Pirelli si è imposto come un segno di distinzione per i fotografi. La pubblicazione, capace di segnare tendenze e costume, genera ogni anno attesa e curiosità: “The Cal” ha accompagnato l’ascesa e il successo dei Beatles; ha attraversato gli anni d’oro della musica rock; ha messo la minigonna ed è passato indenne attraverso la contestazione giovanile. L’unico stop, un’assenza lunga nove anni a partire dal 1974, è stato causato della recessione economica degli anni dell’austerity. Riprese le pubblicazioni nel 1984, il Calendario si è via via affermato come un oggetto cult, pop e, con l’avvento di internet, virale: un segno, oltre che del tempo, delle tendenze del momento.

Con questa edizione firmata da Tim Walker, il Calendario Pirelli continua il percorso sperimentato negli ultimi anni con Annie Leibovitz (2016) e Peter Lindbergh (2017): un progressivo allontanamento dai nudi raffinati per dare spazio all’interpretazione, alla fantasia, alla narrazione dei tanti mondi possibili. Sempre magicamente sospesi tra realtà e sogno.



10 novembre 2017,17:32

È un sogno ad occhi aperti The Cal 2018, il Calendario Pirelli firmato dal fotografo Tim Walker e presentato oggi a New York. Un racconto onirico - cristallizzato in scatti che emanano vita e movimento - ispirato al surreale mondo dei sogni creato dallo scrittore inglese Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Dodgson, scrittore, matematico e fotografo, Daresbury 1832 – Guildford 1898) nella sua opera più celebre: “Alice nel Paese delle Meraviglie” (Alice in Wonderland, 1865).

Dodici i capitoli del libro, dodici i mesi dell’anno, dodici i tableau vivant creati dal colto e fantasioso quarantasettenne fotografo inglese che ha dato corpo e vita reale ai protagonisti del racconto: Duckie Thot, top model sudanese-australiana, è Alice, mentre il ruolo dei tagliatori di teste agli ordini delle Regina è affidato al rapper Sean “Diddy” Combs (Puff Daddy) e a Naomi Campbell, che nel suo quarto Calendario Pirelli appare in caschetto nero e latex; e poi ancora l’attrice premio oscar Lupita Nyong’o nei panni del Ghiro, Adwoa Aboah, modella e attivista che impersona Pancopinco; l’attrice Whoopi Goldberg nell’interpretazione della Duchessa, mentre la modella Slick Woods veste i panni dell’enigmatico Cappellaio Matto. In tutto diciassette personaggi di colore, scelta artistica quanto politica, provenienti dal mondo della moda, della musica, del cinema e dell’universo underground, che richiamano i fantastici protagonisti del racconto attraverso una interpretazione che volutamente evita di riproporre la fiaba.

Tim Walker, abilissimo nel sintetizzare in uno scatto la visione fantasiosa e stravagante del racconto magico, fa di questo 45° Calendario Pirelli un sogno ad occhi aperti. Una operazione che ribalta la prospettiva narrativa di Carroll: “Restò così seduta, con gli occhi chiusi, e quasi credeva anche lei di trovarsi nel Paese delle Meraviglie. Eppure sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia delle persone grandi”, recita la fiaba. Anche gli adulti hanno bisogno di fantasia – pare invece suggerire il fotografo – per fuggire dalla realtà quotidiana, pressantemente operosa, a volte difficile, altre inquietante fino a risultare insostenibile. Ma il sogno di Walker-Alice, fatto di persone vere, è vissuto ad occhi aperti e scompare appena l’attenzione si focalizzi altrove.

Un racconto per immagini che non pretende di spiegare tutto, al contrario lascia la mente libera di costruire molteplici percorsi di lettura e di senso. In Alice c’è un sogno lungo che, come tutti i sogni, si presta a più interpretazioni: l’arroganza pacchiana e ingiustificata del potere, la confusione e la paura di crescere, la presa di coscienza, i riti di passaggio che ci trasformano e rendono il “potere” dei grandi sempre più piccolo fino a scomparire. Perché tutto si trasforma, nelle fiabe come nella vita. Lo diceva, da poeta, Eugenio Montale: “codesto solo oggi possiamo dirti, / ciò che non siamo / ciò che non vogliamo” (Ossi di Seppia, 1925). Versi non così diversi dalla risposta che Alice dà alla inquisitoria domanda del Bruco: “E tu chi sei?”.  “Io… io non lo so, per il momento, signore… - è la risposta - al massimo potrei dire chi ero quando mi sono alzata stamattina, ma da allora ci sono stati parecchi cambiamenti”.

Nato nel 1963, il Calendario Pirelli si è imposto come un segno di distinzione per i fotografi. La pubblicazione, capace di segnare tendenze e costume, genera ogni anno attesa e curiosità: “The Cal” ha accompagnato l’ascesa e il successo dei Beatles; ha attraversato gli anni d’oro della musica rock; ha messo la minigonna ed è passato indenne attraverso la contestazione giovanile. L’unico stop, un’assenza lunga nove anni a partire dal 1974, è stato causato della recessione economica degli anni dell’austerity. Riprese le pubblicazioni nel 1984, il Calendario si è via via affermato come un oggetto cult, pop e, con l’avvento di internet, virale: un segno, oltre che del tempo, delle tendenze del momento.

Con questa edizione firmata da Tim Walker, il Calendario Pirelli continua il percorso sperimentato negli ultimi anni con Annie Leibovitz (2016) e Peter Lindbergh (2017): un progressivo allontanamento dai nudi raffinati per dare spazio all’interpretazione, alla fantasia, alla narrazione dei tanti mondi possibili. Sempre magicamente sospesi tra realtà e sogno.