Che fine hanno fatto i protagonisti della Costa Concordia
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Che fine hanno fatto i protagonisti della Costa Concordia

Che fine hanno fatto i protagonisti della Costa Concordia

Uno dei due medici della Concordia, Sandro Cinquini fu uno degli ultimi ad abbandonare la nave, quando si stava già piegando. Fu tra gli uomini che soccorsero le 500 persone rimaste intrappolate nel lato sinistro.Cinquini svolge ancora l'attività di medico di bordo sulle navi della Costa Crociere, dove trascorre numerosi mesi l'anno. "Il comandante Schettino ha osato troppo", dichiarò, "Il mare non sopporta l'arroganza". 
Uno dei due medici della Concordia, Sandro Cinquini fu uno degli ultimi ad abbandonare la nave, quando si stava già piegando. Fu tra gli uomini che soccorsero le 500 persone rimaste intrappolate nel lato sinistro.Cinquini svolge ancora l'attività di medico di bordo sulle navi della Costa Crociere, dove trascorre numerosi mesi l'anno. "Il comandante Schettino ha osato troppo", dichiarò, "Il mare non sopporta l'arroganza". 
Mentre si aprono le porte del carcere di Rebibbia per Francesco Schettino, responsabile del naufragio della Costa Concordia, che costò la vita a 33 persone, 'La Repubblica' ha ricostruito la seconda vita dei protagonisti di quella tragica notte. A partire dal capitano di fregata Gregorio De Falco, che intimò a Schettino di tornare a bordo e coordinò i soccorsi dalla Capitaneria di Livorno. De Falco è stato trasferito dalla sala operativa della Guardia Costiera al comando logistico della Marina militare, a Nisida, vicino a Napoli. Il trasferimento l’ha voluto lui, dopo una promozione che per lui fu "rimozione" e contro la quale tentò invano di opporsi facendo ricorso al Tar. "Sono scomodo", aveva dichiarato un anno fa. 
Mentre si aprono le porte del carcere di Rebibbia per Francesco Schettino, responsabile del naufragio della Costa Concordia, che costò la vita a 33 persone, 'La Repubblica' ha ricostruito la seconda vita dei protagonisti di quella tragica notte. A partire dal capitano di fregata Gregorio De Falco, che intimò a Schettino di tornare a bordo e coordinò i soccorsi dalla Capitaneria di Livorno. De Falco è stato trasferito dalla sala operativa della Guardia Costiera al comando logistico della Marina militare, a Nisida, vicino a Napoli. Il trasferimento l’ha voluto lui, dopo una promozione che per lui fu "rimozione" e contro la quale tentò invano di opporsi facendo ricorso al Tar. "Sono scomodo", aveva dichiarato un anno fa. 
Domnica Cemortan, la ragazza moldava con la quale Schettino stava cenando la notte del naufragio (e con la quale aveva una relazione che la donna fu costretta a rivelare al processo), è tornata nel suo Paese natale, dove è diventata una celebrità e appare spesso in televisione.Nella sua nuova vita, Domnica è diventata un'attivista per i diritti delle donne e contro la violenza di genere. Lo scorso anno aveva inoltre chiesto un referendum contro la cessione alla Russia di una quota della società che gestisce l'infrastruttura delle ferrovie moldave.
Domnica Cemortan, la ragazza moldava con la quale Schettino stava cenando la notte del naufragio (e con la quale aveva una relazione che la donna fu costretta a rivelare al processo), è tornata nel suo Paese natale, dove è diventata una celebrità e appare spesso in televisione.Nella sua nuova vita, Domnica è diventata un'attivista per i diritti delle donne e contro la violenza di genere. Lo scorso anno aveva inoltre chiesto un referendum contro la cessione alla Russia di una quota della società che gestisce l'infrastruttura delle ferrovie moldave.
Una delle immagini simbolo della tragedia della Costa Concordia è Kevin Rebello, cittadino indiano, che prega sul lungomare per la vita del fratello Russel, che lavorava a bordo della nave come cameriere. Il corpo dell'uomo fu l'ultimo cadavere a essere recuperato dal relitto, nel novembre 2014. "Ha fatto il suo dovere come membro dell'equipaggio", dichiarò Rebello, che vive a Milano ed è proprietario di un negozio di prodotti per le diete.
Una delle immagini simbolo della tragedia della Costa Concordia è Kevin Rebello, cittadino indiano, che prega sul lungomare per la vita del fratello Russel, che lavorava a bordo della nave come cameriere. Il corpo dell'uomo fu l'ultimo cadavere a essere recuperato dal relitto, nel novembre 2014. "Ha fatto il suo dovere come membro dell'equipaggio", dichiarò Rebello, che vive a Milano ed è proprietario di un negozio di prodotti per le diete.
Il sudafricano Nick Sloane fu l'uomo che coordinò i lavori per raddrizzare la Concordia e rimetterla in galleggiamento. Oggi si occupa ancora del recupero di relitti navali per l'azienda specializzata Resolve Marine Group."Erano due, le sfide", raccontò in un'intervista a Repubblica, "c'era lo squarcio dentro la nave, molto grande, la prima sfida è stata trovare l'esatta posizione per la piattaforma che avrebbe dovuto mettere Concordia nella giusta posizione. E poi nessuno era contento, il morale era molto basso. Ho dovuto trovare immediatamente una soluzione".
Il sudafricano Nick Sloane fu l'uomo che coordinò i lavori per raddrizzare la Concordia e rimetterla in galleggiamento. Oggi si occupa ancora del recupero di relitti navali per l'azienda specializzata Resolve Marine Group."Erano due, le sfide", raccontò in un'intervista a Repubblica, "c'era lo squarcio dentro la nave, molto grande, la prima sfida è stata trovare l'esatta posizione per la piattaforma che avrebbe dovuto mettere Concordia nella giusta posizione. E poi nessuno era contento, il morale era molto basso. Ho dovuto trovare immediatamente una soluzione".
"La nave passerà vicino vicino", scrisse sua sorella su Facebook la notte del naufragio. Era Antonello Tievoli, maitre di uno dei ristoranti di bordo, che Schettino volle omaggiare con un "inchino" che portò al disastro. Il capitano intendeva infatti far passare la nave nei pressi delle Scole, dove abitava la famiglia di Tievoli. Fu in quel momento che l'imbarcazione urtò lo scoglio che aprì una falla di 70 metri nello scafo. La vicenda non ebbe conseguenze legali per Tievoli, che lavora ancora come maitre sulle navi di Costa crociere. Ma non porta più il suo cognome appuntato in petto. 
"La nave passerà vicino vicino", scrisse sua sorella su Facebook la notte del naufragio. Era Antonello Tievoli, maitre di uno dei ristoranti di bordo, che Schettino volle omaggiare con un "inchino" che portò al disastro. Il capitano intendeva infatti far passare la nave nei pressi delle Scole, dove abitava la famiglia di Tievoli. Fu in quel momento che l'imbarcazione urtò lo scoglio che aprì una falla di 70 metri nello scafo. La vicenda non ebbe conseguenze legali per Tievoli, che lavora ancora come maitre sulle navi di Costa crociere. Ma non porta più il suo cognome appuntato in petto. 
Uno dei due medici della Concordia, Sandro Cinquini fu uno degli ultimi ad abbandonare la nave, quando si stava già piegando. Fu tra gli uomini che soccorsero le 500 persone rimaste intrappolate nel lato sinistro.Cinquini svolge ancora l'attività di medico di bordo sulle navi della Costa Crociere, dove trascorre numerosi mesi l'anno. "Il comandante Schettino ha osato troppo", dichiarò, "Il mare non sopporta l'arroganza". 
Uno dei due medici della Concordia, Sandro Cinquini fu uno degli ultimi ad abbandonare la nave, quando si stava già piegando. Fu tra gli uomini che soccorsero le 500 persone rimaste intrappolate nel lato sinistro.Cinquini svolge ancora l'attività di medico di bordo sulle navi della Costa Crociere, dove trascorre numerosi mesi l'anno. "Il comandante Schettino ha osato troppo", dichiarò, "Il mare non sopporta l'arroganza". 
Mentre si aprono le porte del carcere di Rebibbia per Francesco Schettino, responsabile del naufragio della Costa Concordia, che costò la vita a 33 persone, 'La Repubblica' ha ricostruito la seconda vita dei protagonisti di quella tragica notte. A partire dal capitano di fregata Gregorio De Falco, che intimò a Schettino di tornare a bordo e coordinò i soccorsi dalla Capitaneria di Livorno. De Falco è stato trasferito dalla sala operativa della Guardia Costiera al comando logistico della Marina militare, a Nisida, vicino a Napoli. Il trasferimento l’ha voluto lui, dopo una promozione che per lui fu "rimozione" e contro la quale tentò invano di opporsi facendo ricorso al Tar. "Sono scomodo", aveva dichiarato un anno fa. 
Mentre si aprono le porte del carcere di Rebibbia per Francesco Schettino, responsabile del naufragio della Costa Concordia, che costò la vita a 33 persone, 'La Repubblica' ha ricostruito la seconda vita dei protagonisti di quella tragica notte. A partire dal capitano di fregata Gregorio De Falco, che intimò a Schettino di tornare a bordo e coordinò i soccorsi dalla Capitaneria di Livorno. De Falco è stato trasferito dalla sala operativa della Guardia Costiera al comando logistico della Marina militare, a Nisida, vicino a Napoli. Il trasferimento l’ha voluto lui, dopo una promozione che per lui fu "rimozione" e contro la quale tentò invano di opporsi facendo ricorso al Tar. "Sono scomodo", aveva dichiarato un anno fa. 
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