Un tè nel deserto di Yazd
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Un tè nel deserto di Yazd

Un tè nel deserto di Yazd

 Così lo bevve Zaratustra: dolce, caldo e profumato. Yazd, antica capitale dello zoroastrismo, da allora è molto cambiata: il deserto, una volta lontano, ora l’avvolge con i suoi qanat per l’approvvigionamento idrico e le sue torri del vento. Sabbia e acqua, tè e dolci. Come nella migliore pasticceria in città, l’Haj Khalife Rahbar sulla Piazza Amir Chaqmaq: gioiello  che reca la memoria del grande Tamerlano. E dove Pier Paolo Pasolini ambientò  il suo “Fiore delle Mille e una notte”.
@   Foto di di Davood Abbasi Così lo bevve Zaratustra: dolce, caldo e profumato. Yazd, antica capitale dello zoroastrismo, da allora è molto cambiata: il deserto, una volta lontano, ora l’avvolge con i suoi qanat per l’approvvigionamento idrico e le sue torri del vento. Sabbia e acqua, tè e dolci. Come nella migliore pasticceria in città, l’Haj Khalife Rahbar sulla Piazza Amir Chaqmaq: gioiello  che reca la memoria del grande Tamerlano. E dove Pier Paolo Pasolini ambientò  il suo “Fiore delle Mille e una notte”.
 Così lo bevve Zaratustra: dolce, caldo e profumato. Yazd, antica capitale dello zoroastrismo, da allora è molto cambiata: il deserto, una volta lontano, ora l’avvolge con i suoi qanat per l’approvvigionamento idrico e le sue torri del vento. Sabbia e acqua, tè e dolci. Come nella migliore pasticceria in città, l’Haj Khalife Rahbar sulla Piazza Amir Chaqmaq: gioiello  che reca la memoria del grande Tamerlano. E dove Pier Paolo Pasolini ambientò  il suo “Fiore delle Mille e una notte”.
@  Foto di di Davood Abbasi Così lo bevve Zaratustra: dolce, caldo e profumato. Yazd, antica capitale dello zoroastrismo, da allora è molto cambiata: il deserto, una volta lontano, ora l’avvolge con i suoi qanat per l’approvvigionamento idrico e le sue torri del vento. Sabbia e acqua, tè e dolci. Come nella migliore pasticceria in città, l’Haj Khalife Rahbar sulla Piazza Amir Chaqmaq: gioiello  che reca la memoria del grande Tamerlano. E dove Pier Paolo Pasolini ambientò  il suo “Fiore delle Mille e una notte”.
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