L’ex presidente del Consiglio e senatore del Pd Matteo Renzi, ospite di Circo Massimo su Radio Capital il 13 settembre, ha dichiarato (min. 24.30): “Il mio governo non ha mai avuto neanche un voto di fiducia su cui Forza Italia ha votato a favore”.
Si tratta di un’affermazione corretta, che merita tuttavia qualche precisazione.
Che cos’è il voto di fiducia
Il voto di fiducia ha il suo fondamento nell’art. 94 della Costituzione, in base al quale “il governo deve avere la fiducia delle due Camere” e la fiducia è accordata o revocata “mediante mozione motivata e votata per appello nominale”.
La Costituzione non dice altro, ma in base ai regolamenti parlamentari – articoli 116 per la Camera e 161 per il Senato – si può porre la questione di fiducia anche su leggi e provvedimenti ritenuti importanti, oppure per “verificare” l’esistenza di una maggioranza parlamentare in seguito a crisi politiche.
Sono poi possibili le mozioni di sfiducia ai singoli ministri o al governo, presentate dall’opposizione.
I voti di fiducia al governo Renzi
Il governo guidato da Matteo Renzi è rimasto in carica dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016. Durante questo periodo ha ottenuto 66 voti di fiducia su una varietà di provvedimenti: dalle leggi di stabilità alla Buona Scuola, dal Jobs Act all’omicidio stradale, dall’Italicum alla riforma del processo civile.
Come risulta dal database di Openpolis, Forza Italia non ha votato la fiducia in nessuna di queste occasioni. Nella maggior parte dei casi ha espresso voto contrario e in alcune occasioni ha disertato il voto, facendo risultare tutti i propri parlamentare “assenti”.
Questo è stato il caso, ad esempio, per il voto di fiducia del Senato del 25 luglio 2014 sul decreto competitività o del voto di fiducia, sempre del Senato, del 23 ottobre 2014 sulla riforma del processo civile.
Dunque è vero, come afferma Renzi, che il suo governo non abbia mai ricevuto la fiducia da Forza Italia.
Facciamo tuttavia qualche precisazione sui rapporti che il Pd guidato dall’ex sindaco di Firenze ha avuto con il partito di Silvio Berlusconi.
Il patto del Nazareno
Il governo Renzi ha avuto per un certo periodo un patto politico con Forza Italia, il cosiddetto “patto del Nazareno”, così chiamato perché nato dall’incontro del 18 gennaio 2014 tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi nella sede romana del Pd, vicina appunto a via del Nazareno.
Quando quel patto fu siglato Renzi, peraltro, non era ancora il presidente del Consiglio ma solo il segretario del Pd. A capo dell’esecutivo c’era Enrico Letta.
L’accordo riguardava in particolare le riforme istituzionali (legge elettorale e riforma costituzionale), ma si ruppe a causa dell’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica nel febbraio 2015.
Fino al momento della rottura, l’accordo aveva comunque avuto l’effetto di far votare insieme Forza Italia (all’epoca ancora Popolo delle Libertà) e Partito Democratico in alcune occasioni, come la votazione del Senato sulle riforme costituzionali dell’8 agosto 2014, e nella votazione del Senato sull’Italicum del 27 gennaio 2015. In nessuno di questi casi, tuttavia, era stata posta la questione di fiducia.
Gli ex di Forza Italia a sostegno del Governo Renzi
Ma il legame del governo Renzi con l’area politica vicina a Silvio Berlusconi non si esaurisce nel “patto del Nazareno”. L’esecutivo guidato da Renzi ha infatti potuto contare sull’appoggio determinante del Nuovo centro-destra (Ncd) di Angelino Alfano, nato a novembre 2013 da una scissione del Popolo delle Libertà, che esprimeva ministri (a partire da Alfano stesso) e ha quindi votato la fiducia al governo sia alla Camera sia al Senato.
Non solo. A Palazzo Madama una pattuglia di senatori fedeli a Denis Verdini abbandona Forza Italia nell’estate 2015 e dà vita al gruppo parlamentare Alleanza Liberalpopolare – Autonomie (Ala) che nei mesi successivi garantisce il proprio sostegno al governo Renzi.
Conclusione
È vero, come sostiene Renzi, che in nessuno dei 66 voti di fiducia chiesti e ottenuti dal suo governo Forza Italia abbia votato a favore.
Ma un legame politico, in passato, tra l’esecutivo Renzi e l’area politica vicina a Silvio Berlusconi è innegabile. Il patto del Nazareno da un lato e dall’altro il contributo parlamentare dei fuoriusciti prima dal Pdl (Ncd di Alfano) e poi da Forza Italia stessa (Ala di Verdini) lo dimostrano.
Se avete delle frasi o dei discorsi che volete sottoporre al nostro fact-checking, scrivete a dir@agi.it