Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha annunciato il rinvio di sei mesi - dal 1 luglio 2018 al 1 gennaio 2019 - dell’obbligo della fattura elettronica obbligatoria per i distributori di carburanti.
Di Maio ha giustificato questa decisione sostenendo che “è stata lanciata una novità senza dare il tempo e gli strumenti per attrezzarsi. Questa categoria [i benzinai, n.d.R.] si è trovata ad essere prescelta per sperimentare, in anticipo su tutte le altre, l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica”.
Si tratta di un’affermazione imprecisa.
La pubblica amministrazione
La fatturazione elettronica è richiesta già da alcuni anni per chi ha a che fare con la pubblica amministrazione. In base alla legge Finanziaria 2008 (art. 1 co. 209-214) le fatture in forma cartacea non possono essere accettate da parte della Pubblica Amministrazione, né è possibile procedere al relativo pagamento. La trasmissione delle fatture avviene attraverso il Sistema di Interscambio (SdI). In concreto, l’obbligo è entrato in vigore nel marzo 2015.
Di Maio, parlando di “categoria prescelta in anticipo su tutte le altre”, deve quindi fare riferimento solo ai rapporti tra privati.
Benzinai e distributori
Anche il percorso verso l’obbligo di fatturazione elettronica è nato alcuni anni fa. La legge n.23 dell’11 marzo 2014 ha dato (art. 9 co. 1 lett. d) ed e)) al governo la delega a “incentivare, mediante una riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti, l'utilizzo della fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi”.
Uno degli obiettivi dichiarati era quello di ridurre l’evasione dell’Iva, che in Italia è molto superiore alla media europea.
In attuazione di tale delega, oltre un anno dopo la prima legge-delega è stato emanato il decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127. Qui si prevedeva (art. 1 co.1-2) che, a partire dal 1° luglio 2016, l’Agenzia delle entrate mettesse a disposizione dei contribuenti, gratis, un servizio per la generazione, la trasmissione e la conservazione delle fatture elettroniche, e che a partire dal primo gennaio 2017 il ministero dell’Economia mettesse a disposizione dei soggetti passivi dell’Iva il “Sistema di interscambio” per trasmettere e ricevere le fatture elettroniche (istituito già nel 2007 per le relazioni con la pubblica amministrazione).
Non solo. L’articolo 2 comma 2 del decreto prevedeva anche che “a decorrere dal 1° gennaio 2017, la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi sono obbligatorie per i soggetti passivi che effettuano cessioni di beni tramite distributori automatici”.
Dunque la prima categoria a cui è stato imposto l’obbligo di fatturazione elettronica non è quella dei benzinai, ma quella di distributori automatici (vending machine). In seguito all’imposizione dell’obbligo – come specifica il provvedimento dell’Agenzia delle entrate del 30 giugno 2016 – i titolari di vending machine hanno dovuto censire i propri apparecchi e adeguarli (ma è previsto che il processo di sostituzione possa protrarsi fino al 2022) per essere letti da un “dispositivo mobile censito dal sistema dell’Agenzia delle entrate” che trasmette le informazioni necessarie (incassi e così via) all’Agenzia stessa.
Anche per essi, come accade ora per i benzinai, era stata disposta (art. 4 co. 6 del d.l. 193/2016 una proroga del termine, slittato dal primo gennaio al primo aprile 2017.
Subito prima dell’entrata in vigore, il 30 marzo, l’Agenzia delle entrate ha specificato per evitare equivoci che “in considerazione delle peculiari caratteristiche tecniche dei distributori automatici di carburante” le regole per loro sarebbero state emanate solo in un secondo momento.
L’obbligo per i benzinai
L’obbligo di fatturazione elettronica per i benzinai è stato disposto dalla legge di Bilancio per il 2018 (art. 1 co. 909 e ss.), emanata il 27 dicembre 2017.
In base alla legge, dal primo luglio 2018 sarebbe dovuta diventare obbligatoria la fatturazione elettronica per “le cessioni di benzina o gasolio destinati a essere utilizzati come carburanti per motori”. I dettagli erano delegati a un successivo provvedimento dell’Agenzia delle entrate.
Questo provvedimento è stato in effetti emanato il 30 aprile 2018 e, come specifica il sito dell’Agenzia, “da mesi, inoltre, è disponibile una procedura web gratuita di Agenzia (utilizzabile anche da smartphone e tablet) per generare, trasmettere e conservare le fatture elettroniche e un portale che offre servizi per consultare e monitorare i flussi informativi delle fatture inviate e ricevute dal Sistema di Interscambio”.
Un’affermazione, questa, che viene criticata dai sindacati. La Fegica Cisl (Federazione italiana gestori carburanti e affini) il 15 giugno denunciava che “gli strumenti tecnologici - app e software per pc - indispensabili all’assolvimento di tali obblighi previsti dalla normativa e che l’Amministrazione avrebbe già dovuto mettere gratuitamente a disposizione dei gestori da mesi, non sono stati ancora resi né pubblici né tantomeno fruibili”.
Considerato che abbiamo trovato sul sito dell’Agenzia delle entrate la pagina con la procedura in questione, abbiamo chiamato la Fegica-Cisl per avere chiarimenti.
Dal sindacato hanno spiegato che è vero, come sostiene l’Agenzia delle entrate, che la procedura web gratuita sia disponibile, ma che questa è talmente complicata e richiede talmente tanti passaggi che di fatto è spesso inutilizzabile per chi la dovrebbe usare. Sarebbe quindi necessario mettere a disposizione “app e software” che semplifichino drasticamente la procedura, prima di poter pensare di rendere la fatturazione elettronica obbligatoria.
Anche il rinvio, spiegano sempre dalla Fegica-Cisl, di per sé non è sufficiente e si spera – anche considerato che la sperimentazione doveva iniziare sui benzinai proprio grazie alla disponibilità manifestata da questi in sede di concertazione col precedente governo – che dagli incontri delle prossime ore possa uscire una soluzione tecnicamente adeguata e condivisa. La serrata che i benzinai avevano proclamato per il 26 giugno nel frattempo è stata revocata.
Conclusione
Di Maio ha ragione, secondo quanto affermano alcune associazioni di categoria, nel sostenere che non siano stati dati gli strumenti per adeguarsi all’obbligo di fatturazione elettronica. In particolare, i sindacati contestano la inutilizzabilità in concreto della procedura gratuita disposta dall’Agenzia delle entrate, e chiedono che vengano implementati strumenti più semplici da usare (app e software).
Sui tempi il discorso è più complesso, perché se tali strumenti “semplici” fossero stati messi a disposizione con sufficiente anticipo, le scadenze previste sarebbero state ragionevoli secondo i sindacati stessi.
Poco preciso comunque affermare, come fa il leader pentastellato, che la categoria dei distributori di carburante sia stata la prima a sperimentare tale obbligo. Come abbiamo visto, prima ancora dei benzinai era toccato ai distributori automatici.
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