Alfano ha ragione: gli ultimi governi non sono caduti per i partitini
ADV
ADV
Alfano ha ragione: gli ultimi governi non sono caduti per i partitini
ADV
ADV

La legislatura attuale

  • Nato dall’accordo tra Partito Democratico e Popolo della Libertà, si insediò con la nomina dei ministri il 28 aprile 2013 e terminò 300 giorni dopo, il 14 febbraio 2014, quando il presidente del Consiglio Enrico Letta rassegnò le dimissioni.
  • La responsabilità delle dimissioni del governo Letta va attribuita al Partito Democratico che il 13 febbraio 2014 aveva approvato, in sede di Direzione nazionale, un documento che rilevava “la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova, con un nuovo esecutivo”.
  • Nato appunto dopo le dimissioni di Letta, è caduto a causa della mancata approvazione delle riforme costituzionali nel referendum dello scorso 4 dicembre.
  • Il 5 dicembre il presidente del Consiglio Renzi rassegnò le proprie dimissioni, ma prima che fossero definitivamente accettate si attese l’approvazione della legge di stabilità, cosa avvenuta il 7 dicembre. Il governo Gentiloni entrò quindi in carica dal 12 dicembre.
  • La responsabilità della fine dell’esecutivo Renzi è nuovamente ascrivibile al Partito Democratico, in particolare al suo segretario, che sull’esito del referendum aveva scommesso la propria carriera politica (con diverse sfumature, dal “non mi rivedrete più”, “smetto di fare politica”, al “mi dimetto”).
Matteo Renzi e Angelino Alfano
Matteo Renzi e Angelino Alfano
Vero poi, come sostiene Alfano, che il segretario del Pd fosse in queste occasioni sempre il medesimo (e sia lo stesso che adesso, secondo quanto paventa Alfano, potrebbe portare a una prematura conclusione dell’esperienza del governo Gentiloni).

Le legislature passate: i governi Prodi

Gli altri esecutivi

  • Giuliano Amato - Amato la prima volta si dimise in seguito alla vittoria referendaria della “svolta maggioritaria” promossa da Mariotto Segni. La seconda volta portò la legislatura a termine. Ciampi, Dini e Monti erano a capo di governi tecnici che portarono il Paese alle urne (pur non avendo completato per intero la legislatura, per la volontà di consistenti settori del sistema politico di tornare al voto).
  • Silvio Berlusconi - il Cavaliere si dimise nel dicembre 1994 in seguito all’uscita della Lega Nord dalla maggioranza: ma non era un piccolo partito, anzi in origine aveva più deputati e senatori di Forza Italia. Si dimise poi anche nel 2005 a causa dei malumori di An, Udc e nuovo Psi ma, dopo un rimpasto, ottenne nuovamente l’incarico e restò lui il presidente del Consiglio. Si dimise infine nel 2011, a causa della crisi in cui era sprofondato il Paese, con lo spread sui titoli tedeschi che era fuori controllo e i numeri nelle Camere che si facevano sempre più risicati (e poi insufficienti) per il governo.
  • Massimo D’Alema - anche lui che, come Berlusconi, aveva già dato le dimissioni e ricevuto il reincarico in seguito a un rimpasto nel 1999 si dimise spontaneamente, dopo il cattivo risultato ottenuto dal centrosinistra alle elezioni regionali del 2000.
ADV