A margine di un’iniziativa elettorale a Monza, Silvio Berlusconi ha dichiarato il 15 maggio: “Nelle strade italiane si compie un reato di strada al minuto, ogni due minuti avviene un furto in appartamento. È insensata la legge votata dal Parlamento che legittima la difesa solo di notte”.
Partiamo dai minuti. In un anno ce ne sono 525.600. Perché l’affermazione di Berlusconi sia corretta devono esserci stati altrettanti reati di strada e 262.800 furti in appartamento (la metà).
I dati Istat sono aggiornati ai reati denunciati nel 2015. Per quanto riguarda i furti in abitazione, si può dire che l’ex Cavaliere abbia quasi ragione: le denunce sono state 234.726 (una ogni due minuti e 6 secondi). È un numero in calo rispetto agli anni precedenti: erano stati denunciati 255.886 furti in abitazione nel 2014 e 251.422 nel 2013.
Per quanto riguarda invece i reati di strada c’è innanzitutto il problema dell’assenza di una definizione unanime. Con “reati di strada” si intendono infatti comunemente borseggi e scippi, ma possono essere ricompresi anche i furti in auto in sosta, o furti di motorini, moto e macchine, o le rapine in strada.
Inoltre l’Istat non utilizza le categorie “scippo” o “borseggio”, ma quelle del codice penale – in buona parte sovrapponibili – di furto con strappo e furto con destrezza.
Nel 2015 sono stati rispettivamente 17.777 e 173.214.
Se a questi numeri aggiungiamo quelli dei furti in auto in sosta (192.567), dei furti di ciclomotori, motocicli e autovetture (16.226, 33.894 e 114.426) e delle rapine in pubblica via (18.466), il totale arriva a 566.570. Cioè una denuncia ogni 56 secondi circa.
Berlusconi ha dunque ragione anche su questo secondo dato.
Sbagliato, come abbiamo già verificato, ritenere che la legge votata dalla Camera – manca ancora il voto del Senato – legittimi la difesa solo di notte.
In base alle leggi che già esistono è sempre legittimo difendersi dal pericolo di un’aggressione, purché la reazione non sia eccessivamente sproporzionata, quale che sia l’ora del giorno.
La riforma che il governo vorrebbe portare avanti mette per iscritto una condizione che già viene normalmente valutata dai giudici nei casi concreti (e che gli antichi romani già prevedevano come scusante). Cioè che l’errore di chi, aggredito nella propria abitazione, eccede nella legittima difesa non sia colpevole se avviene di notte. Il buio, l’ora tarda sono infatti elementi che possono escludere la colpa.
Con la riforma semplicemente si limitano gli spazi di discrezionalità del giudice, come lamentato anche dall’Anm, che parla di “sfiducia” nei confronti dei magistrati da parte del Parlamento.
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