In un post su Facebook del 4 aprile scorso, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scritto: “Nel 2016 il potere d'acquisto delle famiglie è salito ai livelli top da quindici anni, dal 2001 (dati ufficiali Istat, usciti stamani)”.
Si tratta di un’affermazione errata. Il dato pubblicato dall’Istat il 4 aprile certifica un potere d’acquisto delle famiglie – cioè il reddito disponibile in termini reali, ovvero la quantità di beni e servizi che può essere comprata con un determinato reddito – pari a 254,65 miliardi nel quarto trimestre del 2016.
Il potere d'acquisto delle famiglie nel 2001 era 259,92 miliardi
Guardando le serie storiche dell’Istat, qui scaricabili, si legge che il potere d’acquisto delle famiglie nel quarto trimestre del 2001, quindici anni fa, ammontava a 259,92 miliardi di euro. Un dato superiore a quello pubblicato pochi giorni fa.
Anche guardando al dato migliore dell’anno risulta che il 2016 è stato peggiore del 2001. Quindici anni fa infatti il record annuale, registrato nel primo trimestre, fu di 265,15 miliardi. L’anno scorso invece, nel terzo trimestre, il potere d’acquisto si è fermato a 256,90 miliardi.
Potere d'acquisto massimo risale al 2005
Nei quindici anni dopo il 2001, poi, il potere d’acquisto ha registrato valori ben più alti. Tra il 2001 e il 2016 il record toccato dall’indicatore risale infatti al quarto trimestre del 2005, con 281,93 miliardi. Il minimo è del primo trimestre 2013, quando il potere d’acquisto delle famiglie italiane si fermò a 246,53 miliardi di euro.
In conclusione: il dato del 2016, lungi dall’essere il migliore dal 2001, è inferiore a tutti quelli compresi tra il 2001 e il 2011 incluso. È invece superiore a quelli degli anni successivi, dal 2012 in poi.
Renzi può aver confuso 2001 con 2011
E' dunque possibile che Renzi abbia confuso il 2001 col 2011. Oppure è anche possibile che abbia voluto fare riferimento a una dichiarazione di Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori: “Solo il potere d'acquisto raddoppia, passando dal +0,8% del 2015 al +1,6% del 2016, e registrando il record dal 2011”.
A parte che sarebbe di nuovo il 2011 l’anno da tenere in considerazione, e non il 2001, ma il riferimento di Renzi è sbagliato comunque perché Dona parla di record riferito alla variazione percentuale del potere d’acquisto delle famiglie. Insomma, è il rialzo ad essere record negli ultimi cinque anni, non il potere d’acquisto in termini assoluti.
Secondo Massimiliano Dona aumento del potere d'acquisto dovuto a deflazione
Non solo. La nota di Dona prosegue in toni poco lusinghieri. L’aumento del potere d’acquisto, infatti, “è solo un effetto dovuto alla deflazione, dato che nel 2016 i prezzi sono scesi dello 0,1%”. Non un merito del Governo, come invece rivendica Renzi nel prosieguo del suo post, dove afferma che “forse gli 80 euro, l'Imu-Tasi, l'Irap costo del lavoro e le altre misure del Governo dei Mille Giorni qualche risultato l'hanno portato”.
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